
La condanna di Gabriele Natale Hjorth, coinvolto nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, è stata ulteriormente ridotta: la nuova pena stabilita è di 10 anni, 11 mesi e 25 giorni, cinque mesi in meno rispetto alla precedente sentenza d’Appello bis che lo aveva condannato a 11 anni e 4 mesi. La decisione è arrivata nel terzo grado di giudizio d’Appello, disposto lo scorso marzo dalla Corte di Cassazione.
Hjorth, accusato di concorso in omicidio, sta scontando la pena ai domiciliari nella casa della nonna a Fregene. La riduzione della condanna è stata determinata da un errore di calcolo nella sentenza precedente, come confermato anche dall’avvocato di parte civile della famiglia Cerciello Rega, Franco Coppi: «La sentenza ha confermato la sussistenza delle circostanze aggravanti. Sapevamo dell’errore, che ha portato a una diminuzione di pochi mesi. Ma si tratta di una soddisfazione morale minima, se si considera che eravamo partiti da una condanna all’ergastolo».
La reazione di Maurizio Gasparri
La reazione della politica e delle associazioni di categoria è stata durissima. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha parlato di un nuovo colpo alla credibilità della magistratura: «Ogni giorno ci offre motivi per una totale riforma. Ritengo che con questa decisione la magistratura si ricopra ulteriormente di vergogna. Esprimo la mia commiserazione verso chi ha preso questa decisione, e la mia vicinanza alla famiglia di Mario Cerciello Rega, all’Arma dei carabinieri e a tutto il popolo in divisa».
Sulla stessa linea anche Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, che ha parlato di una «sentenza che grida vendetta». «Chi ha tolto la vita a un carabiniere in servizio oggi vede ridotte le proprie responsabilità a numeri che non rendono giustizia al sacrificio e alla missione di chi ha giurato fedeltà allo Stato. La memoria di Mario Cerciello Rega meritava ben altro. Lo meritavano la sua famiglia, i suoi colleghi, l’Italia intera».
La riduzione della pena per Hjorth segue quella già decisa per Finnegan Lee Elder, l’altro imputato nel caso, la cui condanna è stata abbassata a 15 anni e 2 mesi. Entrambi erano stati inizialmente condannati all’ergastolo in primo grado. Un processo che, a distanza di cinque anni dalla tragica notte del 25 luglio 2019, continua a dividere e a suscitare polemiche.