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Massacra la compagna, poi si scaglia anche sul figlio disabile: orrore in Italia, trovati così

Pubblicato: 15/07/2025 10:59
Roma tenta affogare compagna

In una calda sera d’estate, in una tranquilla zona residenziale sul litorale romano, la normalità si è spezzata con la furia della violenza. Urla, vetri infranti, sirene nella notte: è bastato un attimo perché la quotidianità si trasformasse in incubo per una donna e suo figlio. E ancora una volta, a scuotere le coscienze è una storia di maltrattamenti familiari, che si consuma all’interno delle mura domestiche, laddove dovrebbe esserci protezione e affetto.
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La violenza domestica non ha orari né confini. Può esplodere nei luoghi più insospettabili, colpire le persone più fragili, e spesso si manifesta dopo anni di silenzi e paure. Ma questa volta, la cronaca restituisce anche il coraggio di chi, nonostante tutto, ha tentato di opporsi. Un figlio disabile che si è messo tra la madre e l’aggressore. E grazie a quel gesto, forse, ha salvato entrambe le loro vite.

L’aggressione a Marina di Tor San Lorenzo

È accaduto a Marina di Tor San Lorenzo, località nel comune di Ardea, in provincia di Roma. Un uomo di 53 anni è stato arrestato in flagranza di reato con accuse gravissime: tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia e danneggiamento.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo avrebbe aggredito violentemente la compagna con calci e pugni, fino a cercare di affogarla in un bidone pieno d’acqua. Una scena drammatica, che ha avuto come teatro l’esterno della palazzina dove la coppia risiedeva.

Il coraggio del figlio disabile

A intervenire, in quei momenti concitati, è stato il figlio ventunenne della donna, affetto da disabilità. Nonostante le difficoltà fisiche, il giovane ha provato a soccorrere la madre, opponendosi all’aggressore. Il 53enne si è quindi scagliato anche contro di lui, colpendolo con violenza. Ma l’intervento del ragazzo ha avuto un effetto decisivo: ha permesso alla madre di riprendersi quel poco di lucidità necessario per fuggire insieme al figlio, mettendosi al riparo dalla furia dell’uomo.

Distrutte auto in strada e arresto in flagranza

La violenza dell’aggressore non si è fermata nemmeno dopo la fuga delle sue vittime. Sceso in strada, ha riversato la sua rabbia su alcune auto parcheggiate, distruggendo carrozzerie e parabrezza con calci e oggetti contundenti. Una scena di devastazione che ha attirato l’attenzione dei vicini e reso indispensabile l’intervento delle forze dell’ordine.

I carabinieri, intervenuti sul posto, hanno bloccato e arrestato l’uomo in flagranza di reato. Le accuse nei suoi confronti sono pesantissime e comprendono tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla presenza di una persona disabile.

Luciano Morto

Prognosi gravi per madre e figlio

Le due vittime sono state trasportate in ospedale per accertamenti e cure. Le condizioni della donna sono particolarmente gravi, con una prognosi di 60 giorni a causa delle ferite riportate. Anche il figlio, nonostante la sua condizione di fragilità, ha riportato lesioni significative, con una prognosi di 40 giorni.

Il caso ha destato sconcerto e indignazione tra i residenti del quartiere, che conoscevano la coppia e non avevano mai immaginato una tale escalation di violenza. Resta ora da accertare se vi fossero segnali pregressi o denunce mai presentate. Ma la dinamica dei fatti racconta già da sola l’urgenza di intervenire con strumenti efficaci contro la violenza domestica, soprattutto quando si consuma in contesti vulnerabili.

Un altro episodio che impone riflessione

L’arresto di Tor San Lorenzo riporta l’attenzione su un fenomeno troppo spesso sottovalutato: la violenza all’interno delle mura familiari, soprattutto quando coinvolge persone con disabilità. I numeri dei centri antiviolenza raccontano di un’emergenza costante, dove il silenzio e la paura sono complici del maltrattante.

Questa volta, però, c’è anche un atto di resistenza e protezione, quello di un giovane che, pur nella difficoltà, ha avuto la forza di mettersi tra sua madre e il pericolo. Un gesto che va raccontato, perché mostra che anche nelle situazioni più buie, può esserci una scintilla di coraggio.

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