
Due aerei cinesi si sono ritrovati a distanza di soli 90-120 metri l’uno dall’altro, a una quota di crociera in cui sarebbe bastato un istante per trasformare la manovra in una tragedia aerea. Un rischio di collisione che ha fatto scattare immediatamente tutti gli allarmi di sicurezza a bordo, e che ora è oggetto di un’indagine formale.
Secondo i protocolli internazionali, due aeromobili devono mantenere una separazione minima di circa 300 metri in verticale durante il volo a quote elevate. In questo caso, una manovra imprevista di uno dei velivoli ha ridotto drasticamente la distanza, innescando il sistema anticollisione di bordo su entrambi gli aerei e costringendo i piloti a una rapida azione di emergenza.

L’episodio è avvenuto il 6 luglio scorso, nello spazio aereo sopra la regione di Tuva, nella Siberia meridionale, vicino al confine con la Mongolia. I due aerei coinvolti erano il volo CA967 di Air China, partito da Shanghai e diretto a Milano, e un cargo della SF Airlines, il CSS128, in rotta da Budapest a Ezhou, nella Cina centrale.
A quanto ricostruito finora, l’aereo passeggeri di Air China è salito improvvisamente da 34.100 a 36.000 piedi, senza apparente autorizzazione da parte del controllo del traffico aereo russo. La mossa ha portato l’aereo passeggeri nella traiettoria del cargo, che si trovava già a quella quota. I dati di Flightradar24 confermano questa variazione improvvisa.
Le registrazioni audio circolate successivamente sui social cinesi suggeriscono che il controllore russo, impegnato a gestire quattro aerei contemporaneamente, possa aver dato istruzioni poco chiare o confuse. Tuttavia, nessuna delle compagnie coinvolte – né Air China né SF Airlines – ha rilasciato commenti ufficiali, e non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle conversazioni trapelate.
In uno scambio radio in inglese, il controllore avrebbe chiesto: «Sta salendo con istruzioni o senza istruzioni?», a cui il pilota di Air China ha risposto: «No. Grazie», senza ulteriori chiarimenti, anche a causa della sovrapposizione di segnali in frequenza che ha reso difficile l’ascolto completo del messaggio.
Successivamente, i due piloti sono passati a una frequenza privata e hanno parlato in mandarino. Il comandante del volo cargo ha espresso viva preoccupazione, definendo la manovra «molto inappropriata» e chiedendo spiegazioni. Il pilota del volo Air China ha affermato che il controllore russo aveva causato «un gran casino» e che l’equipaggio era rimasto «confuso» dalle comunicazioni ricevute.
Entrambi i piloti avrebbero concordato sulla necessità di presentare un rapporto formale sull’accaduto. La Civil Aviation Administration of China (CAAC) ha aperto un’indagine interna, mentre le autorità russe stanno ricostruendo la sequenza degli eventi per chiarire se si sia trattato di un errore umano, di un problema linguistico o di un fraintendimento operativo.
Nonostante l’esito fortunatamente senza conseguenze, il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle comunicazioni internazionali in volo, specialmente in aree remote con personale non madrelingua e alto traffico simultaneo. Un errore di 90 metri, a 11.000 metri d’altitudine, può costare decine o centinaia di vite.