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“Schiacciato così, una morte atroce”. Orrore in Italia: lascia tre figli, una notizia terribile

Pubblicato: 16/07/2025 11:33
Alessandria muore schiacciato rotoballa

Il sole stava calando sul profilo ondulato delle colline, e nell’aria immobile del tardo pomeriggio si udivano solo i rumori regolari della campagna: un trattore in lontananza, qualche cane che abbaia, le voci sommesse di chi, come ogni giorno, lavora fino all’ultimo raggio di luce. In quella quiete antica, fatta di fatica e abitudini radicate, nessuno si aspettava che il silenzio sarebbe stato rotto da un’ambulanza a sirene spiegate.
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Perché in certi luoghi, dove la terra si lavora con le mani e con il cuore, il dolore arriva senza preavviso. È un attimo, un dettaglio fuori posto, una distrazione o una fatalità. E poi, la tragedia si compie. Restano i segni profondi nella terra e nei cuori, e il lavoro riprende, ma con un vuoto che nessuno sa colmare davvero.

La tragedia nei campi di Rosignano: muore Davide Arditi

È accaduto nella serata di ieri, nelle campagne del Monferrato, precisamente nella zona tra strada Noceta e la provinciale 42, nei pressi della cascina Noceto, frazione di Rosignano, a Casale Monferrato. Qui ha perso la vita Davide Arditi, 43 anni, imprenditore agricolo e titolare di un’azienda di famiglia. L’uomo era impegnato in una delle tante operazioni quotidiane che scandiscono la vita dei contadini: stava scaricando due rotoballe di fieno da un rimorchio.

Secondo le prime ricostruzioni, una delle rotoballe, forse per via della pendenza del terreno, si è improvvisamente staccata, travolgendolo in pieno. Un impatto violentissimo che non gli ha lasciato scampo. Quando i sanitari del 118 sono giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Nonostante l’intervento sia stato rapido, per Davide Arditi non c’è stato nulla da fare.

Indagini in corso sulla dinamica dell’incidente

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e i tecnici dello Spresal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, per eseguire tutti i rilievi necessari e comprendere con precisione la dinamica dell’incidente. Al momento non si escludono ipotesi legate alla sicurezza operativa, soprattutto considerato il fatto che l’uomo stava lavorando da solo su un terreno inclinato. Un contesto che, purtroppo, moltiplica i rischi e complica i soccorsi.

L’obiettivo degli accertamenti sarà anche stabilire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza e se vi siano eventuali responsabilità riconducibili a strumenti o mezzi utilizzati.

Un’intera comunità sotto shock

Davide Arditi lascia una moglie e tre figli piccoli, di 8, 7 e appena 2 anni. Era conosciuto e stimato in tutta la zona per il suo impegno costante e silenzioso nel mondo agricolo. La sua morte ha generato un’ondata di commozione in tutta la comunità del Monferrato, dove il lavoro nei campi è ancora un valore condiviso, un’identità.

In molti lo ricordano come un uomo gentile, appassionato del proprio mestiere, profondamente legato alla sua terra. Il dramma non è solo della sua famiglia, ma di tutti coloro che vivono con la consapevolezza che la morte sul lavoro, nelle campagne come nei cantieri, resta una minaccia quotidiana.

Un precedente recente: la morte di Mario Martina

Il caso di Davide Arditi rievoca con dolore un altro episodio simile, avvenuto solo pochi giorni prima, il 9 luglio a Lusernetta, nel Torinese. In quella circostanza, a perdere la vita era stato Mario Martina, 82 anni, anch’egli travolto da due rotoballe all’interno del fienile della sua cascina. Nonostante il trasporto d’urgenza in elicottero al CTO di Torino, anche per lui ogni tentativo di salvataggio si era rivelato inutile.

Due incidenti, a pochi giorni di distanza, che mettono in luce un rischio troppo spesso sottovalutato: quello rappresentato dalle rotoballe, enormi cilindri di fieno che possono superare i 1000 chilogrammi di peso. In condizioni normali, vengono manovrate con attrezzature meccaniche, ma la minima variazione di assetto – come una pendenza o una superficie instabile – può trasformarle in un pericolo letale.

La sicurezza nei campi resta una sfida

La morte di Davide Arditi riporta al centro del dibattito un tema troppo spesso trascurato: quello della sicurezza sul lavoro in agricoltura. In un settore dove molti operano in solitudine, dove i controlli sono sporadici e il carico di lavoro elevato, la prevenzione rischia di diventare una voce secondaria.

Eppure, proprio qui, nelle zone rurali, le morti bianche continuano a mietere vittime silenziose. Storie come quella di Davide non devono solo commuovere: devono interrogare. Perché un lavoro antico come quello della terra merita rispetto, protezione e condizioni che rendano impossibile morire così, mentre si svolge una mansione quotidiana.

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