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“Sono tossiche, fate attenzione”. Allarme nelle acque italiane, cosa fare se ne toccate una

Pubblicato: 16/07/2025 09:46

Alga tossica sulle spiagge italiane: il ritorno della stagione balneare porta, insieme a sole e relax, anche una vecchia conoscenza che quest’anno sta dando filo da torcere a chi ama il mare. Invisibile ma insidiosa, Ostreopsis ovata, la famigerata alga tossica, sta facendo parlare di sé soprattutto grazie al mare calmo e alle temperature bollenti. Le ARPA regionali hanno già acceso i riflettori: Liguria, Toscana, Puglia e Sicilia sono in piena allerta. E la situazione cambia di giorno in giorno!

Quando pensi al mare limpido e invitante, non immagini certo che sotto la superficie possa nascondersi un rischio per la salute. Ma quest’alga, ormai ospite fissa delle coste italiane, è pronta a ricordarci quanto sia importante essere informati e attenti.

Cos’è Ostreopsis ovata e perché è un problema da non sottovalutare

L’Ostreopsis ovata è una microalga tropicale, praticamente invisibile, ma capace di trasformare il mare: acqua torbida, schiuma in superficie e un odore pungente che si fa sentire. Non è solo una questione estetica: questa alga rilascia l’ovatossina, una sostanza simile alle palitossine, che può essere inalata con l’aerosol marino, assorbita dalla pelle o ingerita tramite crostacei e pesci contaminati. Attenzione: i sintomi vanno dalla semplice tosse e fastidi agli occhi fino a vere e proprie intossicazioni.

Perché Ostreopsis ovata è pericolosa? Non solo per chi fa il bagno, ma anche per chi prende il sole vicino alla battigia o mangia pesce fresco locale: i suoi effetti possono essere rapidi e intensi, soprattutto durante le giornate più calde.

Dove l’alga tossica è più presente: le zone calde dell’estate 2024

Le fioriture di Ostreopsis ovata si concentrano soprattutto in zone di mare poco profonde, con scarsa circolazione d’acqua e fondali rocciosi. Ecco la mappa aggiornata delle regioni più toccate secondo l’ARPA:

  • Liguria: da Bordighera a San Lorenzo al Mare (Imperia), da Genova Levante a Camogli e da Chiavari a Sestri Levante (Genova), superati i 10.000 cellule/litro, con conseguente allerta.
  • Toscana: nel litorale massese, zona Massa Centro oltre 18.000 cellule/litro; miglioramento alla foce del Ricortola (solo 40 cellule/litro).
  • Puglia: presenza a Bisceglie e Otranto, sotto soglia d’allerta ma comunque monitorata.
  • Sicilia: picchi a Vergine Maria (Palermo) con 27.000 cellule/litro e Erice (Trapani) con 13.000 cellule/litro.

Nel 2024, 11 regioni costiere su 15 hanno registrato la presenza dell’alga: circa il 70% dei siti monitorati. Restano fuori Emilia Romagna, Marche, Molise e Veneto.

Come riconoscere i sintomi e difendersi

Esporsi all’ovatossina può causare diversi disturbi. I sintomi più comuni sono:

  • Irritazioni respiratorie: tosse secca, congestione nasale, gola che brucia
  • Problemi agli occhi: congiuntivite
  • Reazioni cutanee: dermatiti e pruriti
  • Disturbi generali: mal di testa, nausea, febbre, stanchezza

Se invece si mangiano molluschi o crostacei contaminati, possono comparire vomito, diarrea, dolori muscolari e difficoltà respiratorie. La buona notizia? I sintomi tendono a risolversi rapidamente se ci si allontana dalla spiaggia. Ma in caso di sospetta intossicazione alimentare, non esitare: il medico o il pronto soccorso sono la scelta giusta.

Quando scatta la vera emergenza: soglie e prevenzione

Secondo le Linee Guida ISS (Rapporto ISTISAN 14/19), l’alga diventa un problema serio quando:

  • Si superano le 30.000 cellule/litro con vento o mare mosso
  • Si arriva a oltre 100.000 cellule/litro anche senza particolari condizioni meteo
  • C’è presenza di materiale denso in superficie

La fase di allerta scatta invece tra 10.000 e 30.000 cellule/litro con clima favorevole, oppure tra 30.000 e 100.000 cellule/litro anche senza vento.

  • Queste situazioni possono causare irritazioni cutanee e respiratorie a chi frequenta la spiaggia.
  • Le autorità attivano monitoraggi, misure preventive e divieti di balneazione se necessario.

Ostreopsis ovata è il simbolo di un fenomeno che si ripete ogni estate, complice il cambiamento climatico e il riscaldamento del mare. La soluzione? Informazione, attenzione e rispetto delle regole sono la nostra migliore difesa. Fino all’autunno, occhi aperti alle segnalazioni delle ARPA e alle limitazioni nelle zone a rischio: il mare resta uno spettacolo, ma può nascondere insidie invisibili.

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