
Papa Leone XIV ha iniziato il suo pontificato all’insegna di scelte cruciali e cambiamenti che stanno già lasciando il segno nella Chiesa cattolica. Dal giorno della sua elezione, l’8 maggio 2025, il cardinale statunitense Robert Prevost guida la Chiesa in un clima di rinnovamento. Anche durante le prime vacanze da Pontefice, Leone XIV ha scelto la residenza di Castel Gandolfo, riportando in auge una tradizione interrotta dal suo predecessore e sottolineando il valore simbolico di un luogo caro alla storia vaticana.
Sotto i riflettori: vacanze di lavoro per Leone XIV
Circondato dal verde dei Colli Albani e con vista sul lago di Albano, Castel Gandolfo non è un semplice rifugio. In queste settimane che dovrebbero essere dedicate alla preghiera e al riposo, il Papa si trova invece sommerso da dossier delicati provenienti dalla Curia romana. La questione più urgente riguarda la guida della diocesi di Roma, con importanti nomi e possibili spostamenti in gioco.
Cambiamenti in vista nella diocesi di Roma
Al centro dell’attenzione c’è il futuro del vescovo ausiliare Renato Tarantelli Baccari. Su di lui pesa una richiesta di rimozione, avanzata da monsignor Benoni Ambarus, noto come Don Ben, oggi alla guida dell’arcidiocesi di Matera-Irsina e della diocesi di Tricarico. Il trasferimento di Tarantelli è già in fase di studio: per lui si profila la destinazione di Pompei, dove l’attuale arcivescovo Tommaso Caputo si prepara al pensionamento fissato per il 17 ottobre.

In questo delicato passaggio, Leone XIV ha ricevuto il consiglio di non coinvolgere il cardinale Baldassarre Reina, nominato nel 2024 da Papa Francesco come vicario generale per la diocesi di Roma. Reina è considerato vicino a Tarantelli, e il suo coinvolgimento potrebbe complicare la riorganizzazione in corso.
Nuove sfide nella Segreteria di Stato e nella Fabbrica di San Pietro
Le questioni aperte non riguardano solo il Vicariato romano. In primo piano c’è anche la Segreteria di Stato, dove il venezuelano Edgar Peña Parra rischia la rimozione a causa del coinvolgimento nella gestione controversa dell’immobile londinese di Sloane Avenue, una vicenda che ha già visto la condanna dell’ex cardinale Angelo Becciu.

Un’altra area di tensione è la Fabbrica di San Pietro, responsabile della manutenzione e valorizzazione della basilica vaticana. Qui i dipendenti hanno espresso malcontento per la gestione del cardinale Mauro Gambetti, che ha abbandonato la tradizionale amministrazione affidata agli agostiniani, generando incertezza e critiche. Il Papa sarà chiamato a mediare e probabilmente a intervenire per riportare equilibrio.
Riforme economiche e il futuro della Curia
Leone XIV si trova anche a dover affrontare tagli di bilancio al Dicastero per la comunicazione e a riflettere su come attrarre nuovamente fondi internazionali, soprattutto dagli Stati Uniti, diminuiti negli anni del pontificato di Francesco. Si preannuncia una vera e propria spending review, mentre la sfida principale sarà quella di costruire una squadra curiale forte e coesa, capace di accompagnare il nuovo Papa tra continuità e cambiamento.

Nonostante la quiete e i tramonti estivi di Castel Gandolfo, Leone XIV è già immerso nei meccanismi complessi del Vaticano, dove potere, nomine e strategie si intrecciano. L’estate 2025 si presenta così per il nuovo Papa non solo come la prima da Pontefice, ma come un momento chiave per definire il futuro della Chiesa universale e impostare la rotta di un pontificato iniziato tra grandi aspettative e altrettante sfide.