
L’inflazione torna a farsi sentire con forza nelle tasche degli italiani. I dati diffusi oggi dall’Istat certificano per giugno 2025 un aumento del 2,8% sul “carrello della spesa”, con una spinta marcata da parte dei beni alimentari non lavorati (+4,2%) e dei servizi per i trasporti (+2,9%).
Numeri che si traducono in una stangata reale sui bilanci familiari, come denunciato con preoccupazione da Unc, Codacons e Assoutenti. A crescere è anche l’inflazione di fondo (da +1,9% a +2,0%) e i prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnano un’accelerazione dal +1,5% al +2%.
Il grido d’allarme dell’Unc: “Colpiti beni essenziali”
Per l’Unione Nazionale Consumatori, la situazione è drammatica: “Dati pessimi!”, esordisce il presidente Massimiliano Dona, che sottolinea come gli aumenti ricadano su beni obbligatori come alimentari, bevande e prodotti per la casa.
La spesa annua di una famiglia media è stimata in aumento di 453 euro, con 221 euro destinati solo al cibo e 234 al carrello della spesa. Per una coppia con due figli, l’aggravio raggiunge 630 euro totali, di cui 320 solo per mangiare.

Codacons: “Estate più salata, vacanze da record”
Non va meglio sul fronte del turismo. Il Codacons denuncia un’escalation nei prezzi legati alle vacanze estive: «Stangata certificata», afferma l’associazione, che ha stimato +559 euro annui di spesa extra per una famiglia media e +761 euro per un nucleo con due figli. I numeri parlano chiaro: voli nazionali a +38,7%, traghetti +19,6%, pacchetti vacanza +8,7%, alberghi +2,9%, B&B e case vacanza +5,9%.
Crescono anche i costi per ristoranti, bar e persino musei e monumenti storici. “I rincari appaiono del tutto ingiustificati“, denuncia il Codacons, “e colpiscono indiscriminatamente chi si sposta per trascorrere giorni di villeggiatura. La spesa per le vacanze è diventata insostenibile per milioni di famiglie italiane”.
Assoutenti: “Burro +19%, caffè +24%, urge intervento”
La voce più allarmata arriva da Assoutenti, che sottolinea l’impennata del +3,5% su base annua per i prezzi di cibi e bevande. “È una vera emergenza economica, che pesa soprattutto sulle famiglie con redditi bassi”, spiega il presidente Gabriele Melluso.
Tra i prodotti con rincari più marcati ci sono burro (+19,7%), caffè (+24,8%), cacao (+21,3%), formaggi (+6,3%) e frutta fresca (+7,2%, con punte del +15,8% per gli agrumi). “Chiediamo al Governo un monitoraggio urgente”, avverte Melluso. “Questi aumenti colpiscono spese indispensabili e rischiano di schiacciare le famiglie più fragili“.

I numeri dell’Istat: chi spende meno paga di più
Secondo i dati dell’indice armonizzato Ipca, l’inflazione è risultata più elevata per le famiglie a basso reddito (+2,0%) rispetto a quelle ad alta capacità di spesa (+1,8%). Il paradosso dei poveri che pagano di più è ormai strutturale, segno di una dinamica inflattiva regressiva, che richiede risposte politiche rapide e mirate.
Mentre il Governo resta ancora silente, i consumatori fanno i conti con una realtà sempre più amara: vivere costa sempre di più, gli stipendi ristagnano da 30 anni e non si può rinunciare a mangiare.