Vai al contenuto
Ultim'ora

Si lancia con il paracadute ma qualcosa va storto: è successo davanti agli amici

Pubblicato: 16/07/2025 17:55

Aveva preparato tutto con meticolosa attenzione. Ogni cavo, ogni cucitura della tuta alare, ogni dettaglio del suo equipaggiamento era stato controllato e ricontrollato. Il vento era giusto, il sole splendeva alto nel cielo e l’adrenalina gli pulsava nelle vene, come sempre prima di un lancio. Si era scambiato uno sguardo d’intesa con i suoi compagni, un sorriso carico di eccitazione e della solita, sottile, punta di sfida che solo chi vive il rischio fino in fondo può capire.

Poi, il vuoto. Quel momento di pura sospensione tra la terra e il cielo, l’istante in cui il corpo si stacca dalla roccia e la gravità prende il sopravvento, regalando una libertà che pochi osano cercare. La Val di Fassa si era aperta sotto di lui, un tappeto verde e roccioso punteggiato di piccoli villaggi, mentre il mondo si riduceva a un punto lontano, sempre più lontano. L’aria fischiava nelle orecchie, il battito del cuore era un rombo e la sensazione di volare era, come sempre, sublime.

La tragedia in Val di Fassa: un tributo al rischio estremo

Un evento tragico ha scosso la tranquillità della Val di Fassa. Un base jumper australiano di 42 anni ha perso la vita dopo un lancio dal Sass Pordoi. Nonostante l’esperienza e la preparazione, un destino crudele ha interrotto la sua passione per l’estremo.

L’uomo faceva parte di un gruppo di connazionali. Avevano stabilito la loro base in località Lupo Bianco. Quello era il punto previsto per l’atterraggio. Purtroppo, il suo volo ha trovato una fine inaspettata. Si è schiantato lungo un tornante della strada statale 48. La quota era di circa 1.700 metri. Il punto di impatto distava solo 400 metri dalla zona di atterraggio.

Le cause del dramma

Le prime ipotesi indicano un problema tecnico. Molto probabilmente ha impedito l’apertura tempestiva della vela. Nel base jumping, ogni frazione di secondo conta. Un malfunzionamento, un ritardo, può avere conseguenze fatali. L’attrezzatura è sofisticata. Richiede una manutenzione impeccabile e una perfetta esecuzione. Anche la minima imperfezione può trasformare un’emozione in una tragedia. La velocità, l’altitudine, la vicinanza alle pareti rocciose: ogni fattore amplifica il rischio.

I soccorsi e la constatazione del decesso

I compagni hanno lanciato l’allarme. La chiamata al 112 è arrivata intorno alle 13. I soccorritori si sono precipitati sul posto. Purtroppo, non c’era più nulla da fare. Hanno solo potuto constatare il decesso dell’uomo. Questa è una delle realtà più dure per chi interviene in questi incidenti. L’impossibilità di aiutare. Solo la constatazione di una vita spezzata. La prontezza dei soccorsi è fondamentale in ogni situazione di emergenza. Ma in sport estremi come il base jumping, i margini di intervento sono spesso minimi.

Il fascino e i pericoli del base jumping

Il base jumping è una disciplina affascinante. Attira chi cerca l’adrenalina pura. Rappresenta l’apice degli sport estremi. I praticanti si lanciano da piattaforme fisse. Usano una tuta alare o un paracadute. Le piattaforme possono essere edifici, antenne, ponti o dirupi (da cui l’acronimo B.A.S.E.). Richiede una preparazione fisica e mentale eccezionale. Ogni lancio è una prova di nervi. Ogni decisione è cruciale. La minima distrazione può costare la vita. Nonostante le precauzioni, il rischio è intrinseco. I pericoli sono molti. Condizioni meteo avverse. Malfunzionamenti dell’attrezzatura. Errori umani. La Val di Fassa, con le sue maestose pareti rocciose, è un richiamo irresistibile per gli amanti di queste discipline. Offre scenari mozzafiato. Presenta sfide estreme. Ma ricorda anche che la montagna non perdona.

La notizia di un incidente come questo colpisce duramente la comunità del base jumping. È un mondo fatto di legami stretti. I praticanti condividono una passione comune. Condividono un senso di sfida. Ogni perdita è un monito. Ricorda la fragilità della vita. Sottolinea l’importanza della sicurezza. Molti di loro dedicano anni alla pratica. Perfezionano le tecniche. Migliorano l’attrezzatura. Cercano sempre di minimizzare il rischio. Nonostante ciò, l’imprevedibilità è sempre in agguato. Le montagne, magnifiche e imponenti, a volte reclamano un prezzo altissimo per la loro bellezza selvaggia.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure