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Boom di contagi in Italia, torna la paura: “Test prima delle vacanze”, cosa succede

Pubblicato: 17/07/2025 15:24
morbillo italia

All’inizio, spesso, è quasi impercettibile. Un lieve malessere generale, una sensazione di stanchezza che non trova spiegazione. Poi, silenziosamente, la febbre si alza, accompagnata da un senso di spossatezza crescente. È un invasore subdolo, che si insinua senza preavviso, lasciando chi è colpito in una condizione di incertezza, ignaro di ciò che sta realmente accadendo. Si tenta di riposare, di ignorare i primi segnali, sperando che siano solo un passeggero fastidio destinato a scomparire. Ma il suo operato è già iniziato, invisibile e inarrestabile.

Poi, un giorno, compaiono i segni più evidenti: piccole macchie rosse sulla pelle, prima sul viso e dietro le orecchie, poi in rapida progressione su tutto il corpo. Non sono comuni eruzioni cutanee; sono il marchio distintivo di una presenza indesiderata, un campanello d’allarme che squarcia l’illusione della normalità. La paura si diffonde, alimentata dalle storie di chi ha già incontrato questa minaccia, dalle complicanze che può portare, specialmente per chi non ha le difese adatte. L’inquietudine cresce, mentre la consapevolezza di essere di fronte a qualcosa di serio si fa strada, e un brivido freddo attraversa la comunità.

La situazione attuale del morbillo in Italia: un quadro preoccupante

I dati recenti diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mostrano una situazione allarmante riguardo al morbillo in Italia. Dall’inizio del 2025, il sistema di sorveglianza ha notificato ben 391 casi, con 52 registrazioni solo nel mese di giugno, sebbene in lieve calo rispetto ai 71 di maggio. Questi numeri mettono in evidenza la persistenza di focolai di morbillo non solo a livello globale, ma anche all’interno dei nostri confini. Gli esperti raccomandano una verifica immediata dello stato vaccinale di ciascuno, specialmente prima di intraprendere viaggi internazionali.

Analizzando i 391 casi riportati quest’anno, emerge che 32 di essi (pari all’8,2%) sono di origine importata, con ulteriori 23 casi correlati a queste infezioni dall’estero. Nel mese di giugno, 11 regioni italiane hanno contribuito ai 52 casi segnalati, ma la maggior parte, ben il 63,5% (33 casi), proviene da sole tre regioni: Lombardia, Lazio e Calabria. Questo indica una concentrazione significativa dell’epidemia in aree specifiche del paese.

L’età mediana delle persone colpite è di 31 anni, con un intervallo che va da 0 a 71 anni. È interessante notare come quasi la metà dei casi, il 48,8%, si collochi nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni, e un ulteriore 26,8% riguarda individui di 40 anni o più. Tuttavia, l’incidenza più elevata si registra nella fascia di età più giovane, quella tra 0 e 4 anni, con 67,6 casi per milione. Sono stati segnalati anche 19 casi in bambini al di sotto dell’anno di età, con un’incidenza di 51 casi per milione, sottolineando la vulnerabilità dei più piccoli.

Lo stato vaccinale dei contagiati: una lacuna pericolosa

Il dato più preoccupante riguarda lo stato vaccinale delle persone che hanno contratto il morbillo. In ben 320 casi, corrispondenti all’86,5% del totale, gli individui non erano vaccinati al momento del contagio. Altri 36 casi (9,7%) hanno coinvolto persone vaccinate con una sola dose, e 12 casi hanno riguardato vaccinati con due dosi. Per due casi rimanenti (0,5%) non è noto il numero di dosi ricevute. Questi numeri evidenziano chiaramente come la mancanza di vaccinazione sia il fattore di rischio predominante per la contrazione del morbillo.

Gli esperti sono categorici: la vaccinazione rappresenta l’unico strumento efficace per proteggersi dal morbillo e dalle sue complicanze. È fondamentale non solo rafforzare la vaccinazione pediatrica di routine, ma anche recuperare la copertura vaccinale tra adolescenti e adulti. Inoltre, è essenziale assicurarsi che anche gli operatori sanitari suscettibili siano vaccinati, per tutelare se stessi e, soprattutto, i pazienti più fragili.

In un mondo dove i focolai di morbillo sono attivi in tutte le regioni, la responsabilità individuale e collettiva di vaccinarsi è più che mai cruciale. La protezione offerta dalla vaccinazione non riguarda solo la persona vaccinata, ma contribuisce anche a creare una immunità di gregge, proteggendo coloro che, per ragioni mediche, non possono essere vaccinati.

Le complicanze: i rischi di una malattia non sottovalutabile

Circa un terzo dei pazienti ha sviluppato almeno una complicanza, dimostrando che il morbillo non è una malattia da sottovalutare. Le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite/aumento delle transaminasi e polmonite. Altre complicanze includono cheratocongiuntivite, diarrea, insufficienza respiratoria, stomatite, trombocitopenia, laringotracheobronchite, otite e convulsioni. Sono stati segnalati anche tre casi di encefalite, una complicanza estremamente grave, in due adulti e in un preadolescente, tutti non vaccinati.

La gravità della malattia è ulteriormente confermata dal fatto che il 53,5% dei casi ha richiesto un ricovero ospedaliero, e un ulteriore 14,1% ha necessitato di una visita al pronto soccorso. Questi numeri sottolineano il peso che il morbillo può avere sul sistema sanitario nazionale e sulla vita dei pazienti.

I contesti di trasmissione: dove il virus si diffonde

Gli autori del report hanno evidenziato che il contesto principale di trasmissione nei primi sei mesi del 2025 è stato quello familiare, seguito dagli ambienti sanitari e ospedalieri. Circa il 20% dei casi segnalati nello stesso periodo è stato associato a viaggi internazionali, sottolineando l’importanza della verifica dello stato vaccinale prima di intraprendere tali spostamenti.

È cruciale ricordare che il virus del morbillo è estremamente contagioso. Può rimanere nell’aria e sulle superfici fino a due ore, e una persona infetta può trasmettere il virus già quattro giorni prima della comparsa dell’esantema. Questo rende il contenimento della diffusione particolarmente difficile, specialmente in comunità con basse coperture vaccinali.

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