
Una tragedia che ha sconvolto la provincia di Como e ora potrebbe avere un colpevole. La Procura ha chiesto l’arresto dell’autista dello scuolabus coinvolto nell’incidente mortale del 19 maggio scorso a Lomazzo. L’uomo, secondo gli inquirenti, stava usando il cellulare mentre guidava. Nello schianto perse la vita una maestra di 43 anni e rimasero feriti numerosi bambini. Dopo due mesi di accertamenti, la magistratura ha chiesto per lui la misura degli arresti domiciliari.
Il terribile incidente avvenne sull’autostrada Pedemontana, all’altezza di Lomazzo (Como). Quel giorno, un pullman carico di bambini della scuola primaria di Cazzago Brabbia (Varese) rientrava da una gita al Museo del cavallo giocattolo di Grandate. Improvvisamente il mezzo ha tamponato violentemente un camion che lo precedeva. L’impatto è stato devastante: la parte anteriore del bus è andata completamente distrutta.

Le indagini hanno subito puntato sull’ipotesi della distrazione alla guida. A sostegno di questa tesi, gli inquirenti hanno acquisito una perizia tecnica sul cellulare dell’autista, Francesco Pagano, e le immagini delle telecamere dei portali autostradali. “Dalle prove raccolte – affermano le fonti della Procura – è emerso chiaramente che al momento dello schianto l’uomo aveva il telefono in mano”. Un comportamento che, secondo i magistrati, configura una responsabilità grave.
La richiesta di misura cautelare è stata firmata dai sostituti procuratori Massimo Astori e Simone Pizzotti, con l’avallo del procuratore capo di Como. Il giudice incaricato del procedimento, Maria Elisabetta De Benedetto, si è riservata la decisione e sta valutando il materiale probatorio. L’autista, difeso dagli avvocati Carola Balzarini e Davide Conforti, è già stato ascoltato in sede di interrogatorio.
A perdere la vita nello schianto è stata Domenica Russo, 43 anni, insegnante elementare, originaria di Napoli ma residente a Sesto Calende, in provincia di Varese. Conosciuta come “Niki”, la donna era molto amata dagli alunni e dai colleghi. Sedeva nella parte anteriore del pullman quando è avvenuto l’impatto. Per lei non c’è stato nulla da fare: è morta sul colpo.
Il dolore per la perdita della maestra si è diffuso rapidamente in tutta la comunità scolastica di Cazzago Brabbia. A lei sono stati dedicati momenti di preghiera, commemorazioni e messaggi di affetto da parte dei genitori e dei colleghi. L’amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino nei giorni successivi all’incidente.

Oltre alla vittima, sullo scuolabus viaggiavano circa 30 bambini, alcuni dei quali hanno riportato ferite gravi. In diversi casi si è trattato di traumi importanti, con prognosi superiori ai 45 giorni. Fortunatamente nessuno dei minori ha perso la vita, ma per molti la gita si è trasformata in un dramma difficile da dimenticare. Alcuni bambini sono ancora in terapia psicologica.
Il pullman era di proprietà della società “Autoservizi Beltramini e Gianoli Srl” di Golasecca, ora oggetto di verifiche. I magistrati stanno valutando anche eventuali responsabilità dell’azienda in merito alla formazione e al controllo del personale, oltre che allo stato di manutenzione del veicolo. Non si esclude l’apertura di un filone parallelo d’indagine.
L’inchiesta, ormai in dirittura d’arrivo, potrebbe portare a nuovi sviluppi nelle prossime settimane, con la formalizzazione delle accuse e l’eventuale rinvio a giudizio dell’autista. Nel frattempo, la richiesta d’arresto rappresenta una prima svolta giudiziaria in un caso che ha colpito profondamente l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sulla sicurezza nel trasporto scolastico.