
Garlasco e il mistero senza fine: la città torna sotto i riflettori con le ultime analisi sul caso Chiara Poggi. Ma quanto sono davvero rilevanti queste nuove prove? A rispondere è la regina del crime in TV, Roberta Bruzzone, che con il suo stile diretto scuote ogni certezza. «Ci manca solo che prendano il Dna a tutti gli uomini di Garlasco: si sta cercando un fantasma. Con questi indizi non si va a processo». Parola di Bruzzone, che ha commentato il caso in un’intervista a La Stampa, poco prima di salire sul palco per “Le favole da incubo” a Vigevano.
Il femminicidio di Chiara Poggi, che ha sconvolto l’Italia dal 2007, continua a tenere banco. Ma c’è davvero qualcosa di nuovo? Secondo Bruzzone, la risposta è “no”. La criminologa non si fa impressionare dalla nuova traccia genetica al centro delle indagini. «È in quantità irrisoria – ha dichiarato – e proprio per questo compatibile con una contaminazione. Le tecnologie attuali riescono a rilevare Dna anche da una singola cellula, ma qui siamo di fronte a una traccia talmente minima da far pensare a un inquinamento. Inoltre, Chiara non ha morso nessuno né qualcuno le ha tappato la bocca, perché altrimenti ci sarebbero state evidenze sul viso o sulle mucose, e non ci sono».
Garlasco, indagini a caccia di un fantasma?
Dietro le quinte, gli inquirenti puntano a identificare il misterioso “ignoto 3”, un profilo maschile che non combacia con nessuno dei protagonisti già noti. Si va avanti con prelievi di Dna, ma Bruzzone resta scettica: «A me pare una fatica inutile, non si arriverà a nulla perché non c’è alcun aggressore o complice da trovare. Si sta cercando un fantasma».

Non mancano i colpi di scena: la questione Andrea Sempio, l’amico di Chiara, riemerge dopo che una perizia aveva attribuito a lui un Dna trovato sotto le unghie della vittima. Bruzzone però rimane categorica: «Chi lo dice che è di Sempio? Già nel 2014 il consulente De Stefano lo aveva dichiarato inutilizzabile per fini comparativi, dato che il materiale era degradato. Anche Emiliano Giardina, primo perito incaricato e poi sostituito dalla Procura, la pensava così. Oggi quel materiale non esiste più, resta un tracciato sulla carta. Sarà interessante vedere cosa dirà la nuova perita, Denise Albani, ma siamo ben lontani da una prova».
Sempio e la “impronta 33”: prove o suggestioni?

Tra i dettagli che fanno discutere c’è la famigerata “impronta 33” sul muro della scala che conduce alla cantina. Ma anche su questo Bruzzone frena: «Ho chiesto un parere a colleghi esperti, prima che ci fossero le consulenze di parte, e tutti mi hanno detto che si tratta al massimo di sei o sette minuzie coincidenti. E poi: se questa impronta fosse così rilevante, perché non è stata inserita in un incidente probatorio?».

Il focus rimane sul Dna e su nuovi elementi che, secondo Bruzzone, non arriveranno mai. «Se ci fosse qualcosa di concreto, ci sarebbe già stata una misura cautelare. L’ossessione per quella traccia di Dna nel tampone orale mostra la fragilità dell’impianto accusatorio. Se non si trovano prove contro Sempio, perché si cercano i Dna dei suoi amici? È un inseguire suggestioni. Per settimane si è detto che Chiara aveva fatto colazione con i suoi assassini, poi si scopre che nella spazzatura c’è solo il Dna di Stasi, e allora quella non è più la spazzatura degli assassini».
Chiara Poggi, dubbi e attese: il pop della cronaca nera


Quando si parla di possibili nuove piste, Bruzzone resta lucida e realista: «Attendo che la Procura tiri le somme. Ma, con quanto abbiamo visto finora, non credo che ci sarà nemmeno un processo. Chiara è stata uccisa in modo brutale, per l’assassino rappresentava un problema, un motivo di vergogna. Gli errori compiuti nelle prime fasi dell’indagine, come la cancellazione delle attività del pc della sera prima, hanno impedito di chiarire il movente. Ma c’è una sentenza passata in giudicato e in quella nessuno ha mai parlato di concorso. Se si vuole indagare su altri scenari, bisogna prima togliere Stasi dalla scena. Rispetto il lavoro degli inquirenti – ha concluso – ma spero che, se non troveranno nulla, avranno anche la forza di ammetterlo pubblicamente».