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Donna trovata morta nel torrente, era insieme a un amico: “Sono scappato per paura”. Ma si teme l’omicidio

Pubblicato: 17/07/2025 18:00

Una svolta nelle indagini sulla morte di Raisa Kiseleva, la donna di 75 anni trovata senza vita il 12 luglio scorso lungo il greto del torrente Longano, in provincia di Messina. Il corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, è stato notato da alcuni passanti a distanza di giorni dalla scomparsa. La Procura ipotizza ora l’omicidio volontario e ha iscritto nel registro degli indagati un amico della donna, un uomo di circa sessant’anni, che in passato aveva condiviso con lei l’abitazione, pur senza alcun legame sentimentale.

La versione dell’amico

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo ha negato ogni responsabilità diretta nella morte di Raisa, raccontando agli investigatori di un tragico incidente. La donna, di origine macedone e in Italia per lavorare come badante, si sarebbe seduta su un muretto nei pressi del torrente e avrebbe estratto una bottiglia di vino. A quel punto, sempre secondo la versione dell’indagato, lui avrebbe tentato di impedirle di bere, ma nel breve confronto Raisa avrebbe perso l’equilibrio, precipitando per diversi metri nel letto del torrente.

L’uomo ha confessato di essere stato preso dal panico e di essere fuggito senza dare l’allarme. Una decisione fatale: Raisa è rimasta lì, senza soccorsi, fino al macabro ritrovamento. Gli inquirenti, però, non escludono che dietro il racconto si celi una diversa dinamica.

Videosorveglianza, cellulari e autopsia: cosa cercano gli inquirenti

Se in un primo momento era stata ventilata l’ipotesi di una caduta accidentale o persino di suicidio, la visione di alcuni filmati di videosorveglianza e le testimonianze raccolte negli ultimi giorni hanno spinto la Procura a riqualificare il caso come possibile omicidio volontario. A rafforzare i dubbi, anche l’atteggiamento ambiguo dell’uomo e il fatto che nessuno sia stato avvisato dopo la caduta della donna.

Determinanti saranno ora i risultati dell’autopsia, già disposta dal magistrato e attesa nei prossimi giorni. Sarà l’esame medico-legale a stabilire con certezza le cause della morte: se sia avvenuta per i traumi riportati nella caduta o se vi siano elementi incompatibili con la versione dell’amico.

Nel frattempo, gli inquirenti hanno posto sotto sequestro i cellulari dell’uomo, che saranno sottoposti a perizia tecnica. Le analisi sui dispositivi e le immagini delle telecamere potrebbero fornire elementi decisivi per chiarire le ultime ore di vita di Raisa e stabilire eventuali responsabilità penali.

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