
Era una voce che sembrava nata per volare oltre i confini del tempo. Un timbro limpido, inconfondibile, capace di trasformare una melodia in un ricordo eterno. Bastavano poche note e milioni di cuori, ovunque nel mondo, cominciavano a battere all’unisono. C’era qualcosa in quel modo di cantare che non era solo tecnica: era emozione pura, era eleganza, era passione che non conosceva epoche.
Negli anni in cui le donne faticavano ancora a ritagliarsi spazi nel mondo della musica, lei non solo entrò dalla porta principale: ci entrò con una valigia piena di sogni e un microfono tra le mani, pronta a scrivere la storia. La sua ascesa fu rapida, il successo planetario, ma dietro le luci della ribalta si celava una vita fatta anche di ferite profonde e battaglie silenziose.
Connie Francis, la voce iconica della musica americana degli anni ’50 e ’60, si è spenta all’età di 87 anni. A darne notizia è stato Ron Roberts, suo storico amico e presidente della Concetta Records, con un messaggio pubblicato su Facebook e poi condiviso dall’account ufficiale dell’artista. «So che Connie avrebbe voluto che fossero proprio i suoi fan a essere tra i primi a sapere», ha scritto Roberts.
Nata Concetta Rosa Maria Franconero il 12 dicembre 1937 a Newark, nel New Jersey, da genitori italiani, Connie Francis è stata la prima donna a conquistare la vetta della Billboard Hot 100 con il brano Everybody’s Somebody’s Fool nel 1960. Con oltre 200 milioni di dischi venduti e 53 brani in classifica, ha aperto la strada a intere generazioni di cantanti, consacrandosi come pioniera della musica pop al femminile.
Tra i suoi brani più celebri, Stupid Cupid, Who’s Sorry Now?, Where the Boys Are, fino a Pretty Little Baby — canzone del 1962 mai pubblicata come singolo ma tornata virale nel 2025 su TikTok, con oltre 30 milioni di stream su Spotify. Quel successo inaspettato l’aveva riportata in classifica su iTunes, commuovendola al punto da ringraziare i suoi nuovi fan con un video: «Sono sbalordita ed emozionata».
In Italia, Connie Francis fu una star amatissima. Le sue versioni italiane come Ti conquisterò, Portami con te e Qualcuno mi aspetta sono rimaste nel cuore di diverse generazioni. Partecipò due volte al Festival di Sanremo: nel 1965 in coppia con Gigliola Cinquetti, nel 1967 con Bobby Solo. Il suo album Connie Francis Sings Italian Favorites (1959) è considerato un cult, che diede slancio alla sua carriera internazionale, con canzoni incise in yiddish, tedesco, romeno, spagnolo.
Ma dietro il successo, la vita dell’artista fu segnata anche da momenti oscuri. Nel 1974 subì una brutale aggressione in un motel di New York, da cui seguì una lunga battaglia legale e una dolorosa discesa nella depressione. Nel 1977 perse la voce in seguito a un’operazione, per poi riacquistarla anni dopo. Nel 1981, la tragedia dell’omicidio del fratello George, ucciso dalla mafia, la segnò profondamente. Nonostante tutto, non si arrese mai: tornò a cantare, pubblicò due autobiografie di successo (Who’s Sorry Now? e Among My Souvenirs) e si esibì fino al ritiro ufficiale nel 2018.
Sposata quattro volte, ebbe un figlio adottivo, Joey, e una lunga relazione con Bobby Darin. Negli ultimi anni aveva ritrovato l’amore accanto a Tony Ferretti, scomparso nel 2022.
Connie Francis ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica. La sua voce ha accompagnato intere generazioni e, grazie ai nuovi mezzi digitali, continuerà a vivere anche tra i più giovani. Una leggenda che il tempo non potrà mai cancellare.