
Una polemica inaspettata ha agitato il mondo della musica italiana nella serata del 16 luglio. Protagonisti due nomi storici del panorama pop nazionale: Gianluca Grignani e Laura Pausini. Al centro del dibattito, la nuova versione del celebre brano La mia storia tra le dita, scritta e interpretata dallo stesso Grignani nel 1994, che la cantante di Solarolo ha annunciato come proprio prossimo singolo.
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L’accusa è chiara: Laura Pausini non avrebbe riconosciuto pubblicamente l’autore della canzone nel momento in cui ha promosso la sua reinterpretazione. Un’assenza che Grignani ha voluto sottolineare pubblicamente, scatenando una discussione accesa e seguita da migliaia di fan.
L’annuncio della Pausini e la reazione dell’autore
Tutto ha avuto inizio nel pomeriggio del 16 luglio, quando Laura Pausini ha condiviso sui social un video in cui annunciava l’uscita di La Mia Storia Tra le Dita / Mi Historia Entre Tus Dedos, fissata per il 12 settembre. Il lancio è avvenuto in un momento di grande visibilità per l’artista, reduce da un’esibizione con Robbie Williams alla cerimonia di chiusura del Mondiale per Club 2025.
Le parole usate da Pausini per presentare il suo progetto, tuttavia, hanno lasciato spazio a un dettaglio che Grignani ha ritenuto fondamentale: l’assenza del suo nome. Così il cantautore ha deciso di pubblicare un messaggio su Instagram per riportare l’attenzione sull’origine del brano, affermando che i suoi commenti sotto il post di Pausini sarebbero stati ripetutamente cancellati.

Il messaggio di Grignani: rispetto e amarezza
Nel post condiviso su Instagram, Gianluca Grignani ha spiegato le ragioni del suo disappunto:
“Il testo che vedrete nella storia successiva è un commento che ho fatto sotto l’ultimo post della mia amica Laura Pausini, dove annuncia l’uscita del ‘suo nuovo singolo’. Purtroppo tale commento mi è stato ripetutamente cancellato!”
Ha quindi riportato per intero il messaggio destinato alla cantante:
“Ciao Laura, che ti voglio bene lo sai. […] È però doveroso che io ricordi che il tuo singolo in uscita (al quale, ti rivelo, dedico i miei migliori auspici) è una cover di un brano che, se non sbaglio, ho scritto e interpretato io. Ci tenevo a ricordarlo.”
Le parole, pur educate, contengono un chiaro richiamo al riconoscimento autoriale, qualcosa che per Grignani non può essere messo da parte, soprattutto in una fase di promozione così importante.

La risposta di Pausini: “Ti voglio bene, ma ogni progetto ha la sua storia”
Non si è fatta attendere la replica della cantante romagnola, che ha voluto chiarire la propria posizione mantenendo un tono distensivo. Pur non negando direttamente l’eliminazione dei commenti, Laura Pausini ha espresso affetto e rispetto per Grignani: “Anche io ti voglio bene, tanto che ti canto da sempre e tanto che lo sai da febbraio che ti avrei cantato ancora.”
L’artista ha quindi cercato di spiegare le ragioni della mancata menzione diretta: “Quando si lancia un progetto, ognuno di noi ha una storia in mente per raccontarlo. La mia inizia oggi e finisce a settembre. […] Tutti sanno che questa canzone è tua.”
Una frase che lascia intendere come, secondo Pausini, l’identità dell’autore non sia stata occultata ma implicitamente nota al pubblico, un elemento che però non ha convinto del tutto chi segue la vicenda.
Una questione di sensibilità (e di diritti morali)
Dietro questa polemica si nasconde un tema più ampio: il riconoscimento del lavoro artistico. Anche se la cover è un’operazione legittima e regolata da norme precise, l’omaggio pubblico a chi ha creato un brano può fare la differenza in termini di rispetto professionale e sensibilità personale.
Grignani, con il suo messaggio, ha voluto ribadire un principio: la memoria autoriale va tutelata, soprattutto quando un brano viene rilanciato su scala internazionale. D’altra parte, Laura Pausini ha provato a difendere la propria libertà narrativa e comunicativa, cercando di spiegare come ogni lancio discografico abbia una sua costruzione autonoma.
Il pubblico diviso: tra solidarietà e perplessità
Come spesso accade, la rete ha risposto in modo polarizzato. C’è chi sostiene Grignani, ritenendo sacrosanto il suo bisogno di essere menzionato come autore del brano, e chi difende la scelta comunicativa di Laura Pausini, sottolineando come l’artista abbia comunque dichiarato il proprio affetto per lui.
In ogni caso, questa vicenda dimostra quanto il passato musicale italiano sia ancora vivo, e quanto le dinamiche tra artisti, anche quando improntate al rispetto reciproco, possano accendere un dibattito acceso e partecipato.
La domanda resta aperta: ha ragione Grignani nel pretendere un riconoscimento più esplicito? Oppure è giusto lasciare spazio alle scelte comunicative individuali, confidando nell’intelligenza del pubblico? Una storia tra le dita, sì. Ma anche tra orgoglio, memoria e sensibilità artistica.