
Un volo di linea si è trasformato in un incubo nei cieli pochi secondi dopo il decollo. Un aereo passeggeri con a bordo oltre duecento persone si è schiantato al suolo, provocando una tragedia immane. Giorni dopo l’incidente, emergono i primi dettagli sull’accaduto, e il quadro che si sta delineando lascia sgomenti: la mano dietro al disastro potrebbe essere quella di uno dei piloti.
Il volo Air India 171 trasportava 242 persone. Poco dopo il decollo, l’aereo è precipitato su un edificio, causando la morte di 260 persone: 241 tra passeggeri ed equipaggio, e 19 vittime a terra. Una sola persona a bordo è sopravvissuta. L’impatto, devastante, ha trasformato il velivolo in un ammasso di lamiere e ha lasciato un’intera comunità sconvolta.

Secondo le indagini, sarebbe stato il comandante Sumeet Sabharwal, 56 anni, a interrompere il flusso di carburante prima verso il motore sinistro, poi verso il motore destro, causando lo spegnimento di entrambi e la conseguente caduta del velivolo. In cabina si trovava anche il primo ufficiale Clive Kunder, 32 anni, che stava gestendo la fase di decollo e avrebbe tentato invano di salvare la situazione.
L’audio registrato nella cabina di pilotaggio racconta gli ultimi drammatici momenti prima dello schianto. Si sente Kunder ripetere, angosciato: “Perché l’hai fatto?” rivolgendosi al comandante. Sabharwal avrebbe negato inizialmente, poi è rimasto in silenzio. Il primo ufficiale ha cercato di riavviare i motori, ma dopo 10 secondi era ormai troppo tardi per evitare il disastro.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la conversazione tra i due piloti è stata ascoltata anche da Jennifer Homendy, presidente della NTSB, l’ente statunitense che indaga sugli incidenti di trasporto. Tuttavia, la dinamica completa non comparirebbe nel rapporto preliminare stilato dalle autorità indiane.

Le indagini si concentrano ora su Sabharwal. Ex funzionario del ministero dell’Aviazione civile indiano, descritto dai colleghi come una persona gentile e molto legata al padre gravemente malato, Sabharwal potrebbe aver agito per motivi personali. Un altro pilota ha riferito che l’uomo soffriva di depressione, anche se al momento non è stato confermato se questa sia stata la causa del gesto.
Il primo ufficiale Clive Kunder, morto nell’incidente, era considerato un giovane professionista brillante. Fin da bambino sognava di diventare pilota. Sua madre aveva lavorato per anni come assistente di volo proprio per Air India, alimentando in lui la passione per il volo.
Restano però molti interrogativi aperti. Perché Sabharwal avrebbe dovuto spegnere intenzionalmente entrambi i motori? C’erano segnali preoccupanti ignorati nei giorni precedenti? Gli investigatori stanno ora esaminando documenti clinici, comportamenti recenti e la storia lavorativa del comandante per rispondere a queste domande.
Intanto la compagnia aerea è finita nel mirino delle critiche per le eventuali falle nei controlli psicoattitudinali e per non aver colto segnali d’allarme. La tragedia del volo Air India 171 potrebbe ora aprire una riflessione globale sulla salute mentale dei piloti e sulle misure di prevenzione nei voli commerciali.