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La carabiniera Laura trovata morta così: giallo in Italia, aveva soltanto 28 anni

Pubblicato: 17/07/2025 10:13
Laura Grillo carabiniera morta

Il 16 luglio ha segnato una giornata di lutto per l’Arma dei Carabinieri. Laura Grillo, 28 anni, sottufficiale e comandante del Nucleo Forestale di Siena, è morta lasciando sgomenti colleghi, istituzioni e sindacati. La notizia ha colpito nel profondo non solo l’ambiente militare, ma anche la cittadinanza che con lei aveva avuto contatti nel lavoro quotidiano.
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Laura era un volto noto nel corpo forestale dei carabinieri. Stimata per la sua serietà, per l’impegno con cui ricopriva il suo incarico, rappresentava un punto di riferimento in un settore cruciale per la tutela ambientale. La sua scomparsa, in circostanze che attendono ancora chiarimenti ufficiali, ha aperto interrogativi e riflessioni all’interno dell’Arma.

Il cordoglio del sindacato e l’appello al supporto psicologico

Il Nuovo Sindacato Carabinieri, per voce del suo segretario nazionale Vincenzo Incampo, ha espresso il proprio cordoglio e sottolineato la stima nei confronti della giovane sottufficiale: “Laura era una carabiniera di grande valore, apprezzata per la sua professionalità e per il forte senso del dovere. Una perdita dolorosa per tutta la comunità dell’Arma”.

Le parole di Incampo non si sono limitate al ricordo. Il sindacalista ha infatti voluto richiamare l’attenzione su un tema ancora troppo spesso sottovalutato: quello del benessere psicologico tra le forze dell’ordine. “È fondamentale – ha dichiarato – rafforzare i servizi di supporto psicologico e promuovere una vera cultura dell’ascolto, per superare lo stigma che ancora oggi frena le richieste d’aiuto”.

L’importanza dell’ascolto nelle istituzioni militari

Non è la prima volta che un’organizzazione sindacale o una voce autorevole interna alle forze dell’ordine si esprime in tal senso. Ma ogni volta che il dolore tocca una persona reale, con un nome, un volto, una storia, l’urgenza del messaggio si rinnova. L’ascolto, la prevenzione del disagio psichico, la possibilità di parlare apertamente di fragilità, diventano strumenti essenziali quanto l’equipaggiamento o l’addestramento.

La professione militare – e in particolare quella di carabiniere – comporta un carico emotivo e di responsabilità che spesso si accumula in silenzio. I ritmi serrati, le situazioni di pericolo, l’esposizione costante al dolore e al conflitto mettono a dura prova l’equilibrio personale. È su questo terreno che la cultura dell’assistenza psicologica strutturata deve trovare spazio e dignità.

Una comunità ferita che si stringe nel dolore

La notizia della scomparsa di Laura Grillo ha unito in un cordoglio sincero non solo i suoi colleghi, ma anche molti cittadini e rappresentanti delle istituzioni. “Vicinanza alla famiglia, ai colleghi e a chiunque le abbia voluto bene”, ha aggiunto il sindacato, sottolineando la dimensione umana prima ancora che professionale della perdita.

A Siena, e nel resto d’Italia, la figura di Laura lascia un ricordo che va oltre la sua giovane età. È la testimonianza di quanto il lavoro nell’Arma non sia solo un impiego, ma una scelta di vita, spesso carica di solitudine, responsabilità e pressioni interiori.

In attesa di ulteriori chiarimenti, la sua storia diventa anche un’occasione per rilanciare un confronto pubblico sulla tutela della salute mentale dei militari, su come proteggere chi protegge gli altri. E perché la memoria non resti solo un commiato, ma un invito a cambiare.

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