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Garlasco, nuovi dubbi e vecchi orrori: “Chiara Poggi fu seviziata”

Pubblicato: 18/07/2025 12:59

A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco continua a far discutere, tra verità processuali e nuove ipotesi mai confermate in aula. L’ultima voce a sollevare dubbi inquietanti è quella dell’ex funzionario di polizia Gianluca Spina, che dalle pagine della rivista Giallo lancia accuse pesanti: “Chiara è stata seviziata”, afferma senza mezzi termini. E punta il dito non solo contro gli autori del gesto, ma anche contro la famiglia della vittima, colpevole – secondo lui – di aver sottovalutato segni evidenti di violenza brutale.

Spina, oggi esperto di comunicazione non verbale, si concentra su un dettaglio agghiacciante: i tagli simmetrici sulle palpebre della ragazza, che definisce “raccapriccianti”. “Qualche frequentatore della casa potrebbe averle inciso la pelle vicino agli occhi per un motivo che fa ribrezzo solo immaginare”, dichiara. E aggiunge: “Perché omettere la prova dell’accanimento sul corpo di una figlia nelle mura di casa?”.

La questione del “timing anomalo”

Secondo l’ex poliziotto, la famiglia Poggi avrebbe invece concentrato ogni sforzo nel tentativo di dimostrare la presenza di Alberto Stasi in montagna quel giorno, definendolo un tentativo “goffo” e con un “timing anomalo”. Ma ciò che inquieta ancora di più è la sua domanda sospesa nel vuoto: “Qualcuno nutriva verso la ragazza un odio personale? Un odio che, se approfondito, potrebbe condurre a un gruppo di persone possedute da una follia non terrena, magari legata a un contesto locale ancora poco esplorato?”.

Non è la prima volta che i tagli sulle palpebre di Chiara vengono evidenziati come un dettaglio chiave. La professoressa Luisa Regimenti, medico legale e docente all’università di Tor Vergata, ne aveva parlato recentemente al settimanale Gente, definendoli “segno di esecuzione brutale”. Anche lei non ha dubbi: “Chiunque l’abbia uccisa la conosceva ed era animato da un odio cieco”. Secondo la dottoressa, l’omicidio non è opera di una sola mano: almeno due persone avrebbero partecipato al delitto. E sui tagli agli occhi ha dichiarato: “Le sono stati inferti perché aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere”.

Ipotesi raccapriccianti, che cozzano con la verità giudiziaria: Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio preterintenzionale, resta l’unico colpevole per la giustizia. Ma il riemergere di questi elementi, soprattutto se supportati da esperti, riaccende le ombre mai dissipate su uno dei casi più controversi della cronaca italiana.

Cosa ha davvero visto Chiara Poggi prima di morire? E perché, a distanza di anni, quei tagli sugli occhi continuano a tormentare anche chi non l’ha mai conosciuta? Domande senza risposta, che continuano a graffiare la memoria di un Paese intero.

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