
Lo ius scholae torna al centro del dibattito politico, dopo giorni di tensioni e prese di distanza. Antonio Tajani, vicepremier e segretario di Forza Italia, ha chiarito pubblicamente che il dossier sulla cittadinanza non è stato archiviato. “Io non cambio idea, il capitolo non è chiuso, lo decido io se è chiuso o no, non lo decidono altri”, ha affermato con tono deciso, parlando dal palco del congresso della Cisl al Palazzo dei Congressi di Roma.
Pur ammettendo che “non è la priorità assoluta”, Tajani ha ribadito che si tratta di un “tema che riguarda un milione di persone”, sottolineandone quindi la rilevanza sociale, al di là delle gerarchie politiche del momento.
Le tensioni interne a Forza Italia e nella maggioranza

Le dichiarazioni di Tajani arrivano a più di una settimana dall’uscita di Pier Silvio Berlusconi, che aveva criticato apertamente la linea del partito sullo ius scholae. Durante la presentazione dei palinsesti Mediaset, l’amministratore delegato aveva affermato di non condividere la posizione del segretario, perché “non è una priorità” e che Forza Italia dovrebbe “guardare avanti”. “Mi spiace per Antonio Tajani, perché so di dargli un colpetto”, aveva aggiunto, segnando pubblicamente una frattura.

Anche all’interno della maggioranza, in particolare tra i vertici della Lega, è emersa una posizione intransigente: “Invitiamo l’amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai”, è stato il messaggio diffuso dal partito guidato da Matteo Salvini.
Le parole di Tajani rappresentano dunque non solo una presa di posizione sul piano legislativo, ma anche un segnale politico in un momento di evidente divergenza interna alla coalizione.