
Ha brindato alla laurea con i familiari, poi ha salutato tutti dicendo che sarebbe andato dalla fidanzata. Ma Andrea Cavallari, 26 anni, condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale nella strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, aveva in mente tutt’altro. Il 3 luglio scorso, uscito dal carcere di Bologna con un permesso premio per discutere la tesi in Scienze giuridiche, è svanito nel nulla. Dopo quindici giorni di latitanza, è stato arrestato a Lloret de Mar, località balneare sulla Costa Brava, in Spagna.
Cavallari si nascondeva in un hotel sotto falso nome, con documenti intestati a un certo Antonio Saitta. Quando la Policia Nacional lo ha fermato, aveva addosso 800 euro in contanti, sospettati di essere banconote false, una carta di credito falsa intestata al medesimo alias e numerosi scontrini e acquisti tracciabili. Proprio questi ultimi — abiti, cene, souvenir — sono stati uno dei tasselli che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il suo itinerario.
Come ha fatto ad arrivare fino a Barcellona?
Ma come ha fatto un condannato, senza patente di guida, a fuggire così agevolmente oltreconfine? Secondo la ricostruzione del nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria, guidato da Giuseppe Ciuffreda, Cavallari avrebbe utilizzato una combinazione di taxi, Ncc e passaggi su BlaBlaCar, la piattaforma per i viaggi condivisi. La prima tratta: Bologna-Milano in auto, poi l’attraversamento della Costa Azzurra fino alla Spagna, pagando tutto in contanti.
La fuga, durata poco più di due settimane, sarebbe stata pianificata in anticipo, e adesso si indaga su chi possa averla agevolata. La Procura di Bologna, in coordinamento con quella di Ancona, ha aperto un fascicolo per favoreggiamento, e nei prossimi giorni potrebbero essere iscritti i primi nomi. I sospetti ruotano intorno a una rete di contatti che avrebbe potuto fornirgli soldi, documenti e coperture logistiche.
Oggi Cavallari sarà ascoltato da un magistrato dell’Audiencia Nacional spagnola, che dovrà decidere se convalidare la custodia cautelare in carcere in attesa dell’estradizione in Italia. I tempi stimati vanno dai 10 ai 30 giorni. Intanto, resta il dubbio che una maglia troppo larga nel sistema delle concessioni ai detenuti abbia consentito una fuga che poteva essere evitata. E resta il dolore di chi, nella notte del 7 dicembre 2018, ha perso figli, amici, fratelli. Per loro, la giustizia ha ancora il volto dell’attesa.