
L’Unione Europea ha approvato il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, intensificando la pressione su Mosca per l’aggressione all’Ucraina. Dopo il ritiro del veto da parte della Slovacchia, il nuovo pacchetto ha ottenuto il via libera unanime da parte degli ambasciatori dei Paesi membri.
Le misure colpiscono duramente i settori energetico, finanziario e commerciale, introducendo un nuovo meccanismo per il price cap sul petrolio russo, fissato a un valore del 15% inferiore rispetto al prezzo medio di mercato, ossia circa 47,6 dollari al barile.
Il “bilancio bellico” russo
“Stiamo tagliando ulteriormente il bilancio bellico del Cremlino“, ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas su X, spiegando che le nuove misure puntano a colpire 105 navi della flotta ombra, i loro complici, e limitare l’accesso delle banche russe ai fondi.
Non solo: il pacchetto prevede il divieto agli oleodotti Nord Stream, il blocco alle esportazioni di tecnologia usata nei droni, e per la prima volta sanzioni contro il registro di bandiera e una delle principali raffinerie Rosneft in India.
Von der Leyen: “Stiamo colpendo il cuore della macchina da guerra russa”
Anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha rivendicato con fermezza la nuova stretta: “Stiamo colpendo il cuore della macchina da guerra russa, prendendo di mira i settori bancario, energetico e militare-industriale. La pressione resterà alta finché Putin non fermerà la guerra”.

Tra gli obiettivi delle nuove sanzioni ci sono anche le banche cinesi che favoriscono l’elusione delle misure restrittive, oltre ai responsabili della propaganda e dell’indottrinamento dei bambini ucraini deportati nei territori occupati.
La risposta di Mosca e il rischio di uno scontro diretto con l’Europa
Nel frattempo, Mosca risponde con una minaccia che rischia di far precipitare la situazione. Il Cremlino infatti lancia una nuova provocazione sul fronte tecnologico. Il Ministero russo per lo sviluppo digitale ha fatto sapere all’ITU e al Radio Regulatory Board che i Paesi europei che utilizzano satelliti civili e militari per sostenere Kiev non avranno più il diritto di protestare in caso di interferenze o interruzioni da parte della Russia.
Una dichiarazione che prospetta l’intensificarsi della cosiddetta guerra ibrida, e che segue le numerose denunce già presentate nel 2024 da parte di operatori europei come Eutelsat e SES, colpiti da attacchi alle comunicazioni satellitari. L’escalation sul fronte spaziale rende ancora più evidente quanto la crisi ucraina si stia trasformando in un conflitto globale e multidimensionale. E lo scontro rischia ora di trasformarsi in una guerra fra Russia ed Europa, con tutti i rischi che ne conseguono.