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Morte di Erika Ferini Strambi, si fa strada l’ipotesi di omicidio: i sospetti sull’incontro notturno e i dettagli che non tornano

Pubblicato: 19/07/2025 15:40
erika ferini strambi

Il caso della morte di Erika Ferini Strambi si arricchisce di nuove inquietanti sfumature. A quasi due settimane dalla scomparsa, il ritrovamento del corpo nelle campagne tra Peschiera Borromeo e Pantigliate, in provincia di Milano, ha aperto uno scenario ben più complesso di quello ipotizzato nei primi momenti. Quella che poteva sembrare una tragica fatalità si sta trasformando in un giallo dalle molte zone d’ombra, su cui stanno indagando carabinieri e Procura.

Il luogo del ritrovamento, l’orario dell’ultima attività del cellulare, la posizione del corpo e l’assenza di oggetti personali sono solo alcuni degli elementi che spingono gli investigatori verso l’ipotesi dell’omicidio. Erika, 53 anni, lavorava nel settore delle risorse umane di Luxottica e viveva da sola a Milano. La sua scomparsa, segnalata dal padre il 7 luglio, aveva inizialmente mobilitato amici e colleghi, ma con il passare dei giorni ha assunto i contorni di un caso inquietante.

Un corpo lontano dall’auto e troppe anomalie

Il corpo della donna è stato rinvenuto a circa 200 metri dalla sua auto, una Mini Cooper nera del 2011 trovata semi-affondata in un fossato. L’auto presentava le chiavi nel quadro, le portiere chiuse ma non bloccate, e nessun segno evidente di incidente. Erika, che si muoveva con stampelle a causa di una disabilità dalla nascita, si trovava in un punto difficile da raggiungere, un piccolo spiazzo nascosto ai margini di un campo coltivato.

A rendere ancora più sospetta la scena è il fatto che accanto al corpo siano stati trovati gli slip sfilati e lasciati a terra, particolare che ha portato gli inquirenti a ipotizzare che Erika possa aver incontrato qualcuno prima di morire. Il contesto e la posizione del corpo fanno pensare a una sorta di alcova, un luogo appartato scelto forse per un incontro riservato, ma che potrebbe essere diventato il teatro di una tragedia.

L’ultima notte e i movimenti sospetti

Nella notte tra il 5 e il 6 luglio, Erika aveva trascorso la serata in un bar di Segrate con alcuni amici. Aveva poi deciso di tornare a casa da sola. Le immagini delle telecamere e i rilevamenti dei varchi stradali mostrano la sua auto mentre percorre strade provinciali tra l’aeroporto di Linate e il Lodigiano, seguendo una direzione contraria rispetto a Milano, dove abitava.

Il telefono cellulare ha agganciato la stessa cella per diverse ore nella zona del ritrovamento, fino a spegnersi all’alba del 6 luglio. Un dettaglio che rafforza l’idea che la donna sia rimasta ferma nella stessa area per molto tempo, forse in attesa di qualcuno. Non risultano chiamate né messaggi: solo traffico dati, compatibile con app di messaggistica o navigazione. Il cellulare, insieme alla borsa e ai documenti, non è mai stato trovato.

Un incontro diventato trappola?

L’ipotesi investigativa più accreditata è quella di un incontro notturno con una persona conosciuta, forse contattata online. Il luogo del ritrovamento, appartato e isolato, e l’assenza di segni evidenti di colluttazione rendono difficile stabilire con certezza le cause della morte, ma la scomparsa degli effetti personali fa pensare a un tentativo di alterare la scena.

I carabinieri della compagnia Porta Monforte stanno analizzando i tabulati telefonici, repertando impronte sull’auto e perlustrando l’area in cerca di elementi utili. Intanto, restano aperte le domande centrali: perché Erika si trovava in quella zona? Con chi aveva appuntamento? Chi ha portato via la sua borsa e il telefono, lasciando il corpo nascosto tra gli alberi?

La Procura di Milano non esclude più alcuna pista. E il finto incidente con l’auto nel fossato potrebbe essere solo una messinscena per sviare le indagini. La verità, per ora, resta sepolta nel silenzio di quella notte.

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Ultimo Aggiornamento: 19/07/2025 21:55

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