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Open Arms, Salvini infuriato dopo il ricorso dei pm: “C’è qualche magistrato che non si rassegna”

Pubblicato: 19/07/2025 09:17
Open Arms Salvini ricorso

Torna al centro del dibattito politico e giudiziario la vicenda della nave Open Arms, con il ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione di Matteo Salvini. Una decisione che ha colto il vicepremier durante un viaggio da Palermo a Milano e che ha suscitato in lui un misto di stupore e rabbia. Lo stesso Salvini, affidandosi alla sua legale di fiducia Giulia Bongiorno, commenta l’iniziativa della Procura con toni duri e polemici, definendo il procedimento un atto che «evidentemente alcuni pm non si rassegnano» a chiudere.
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Ricorso diretto in Cassazione: la strategia della Procura

Il punto di svolta è rappresentato dalla scelta dei magistrati di ricorrere per saltum in Corte di Cassazione, bypassando il grado d’appello. Un’opzione che indica chiaramente come la Procura di Palermo ritenga già sufficienti gli elementi acquisiti nel primo grado per puntare a una riforma della sentenza di assoluzione attraverso un giudizio di legittimità.

Salvini, visibilmente contrariato, sottolinea come l’assoluzione sia fondata su una sentenza articolata in 268 pagine, che, a suo dire, dimostrano l’infondatezza dell’accusa: «Pagine solide e impeccabili, frutto di un lavoro durato anni». Il riferimento è al lungo processo scaturito dai fatti dell’agosto 2019, quando, in qualità di ministro dell’Interno, Salvini impedì lo sbarco dei migranti dalla nave della ong Open Arms, tenendola ferma in mare per diversi giorni.

Accuse politiche e sostegno dal centrodestra

Il leader della Lega non nasconde il sospetto che dietro il ricorso vi siano motivazioni politiche, ma respinge con forza l’idea di una guerra sistematica con la magistratura: «I magistrati politicizzati e di sinistra sono ormai una esigua, anche se discretamente rumorosa, minoranza». A suo avviso, il ricorso non è legato alla persona ma potrebbe rappresentare una reazione alla riforma della giustizia in corso, una riforma che, precisa, «non è contro i giudici, ma contro le correnti».

A prendere posizione in difesa di Salvini è stato tutto il centrodestra, a partire dalla premier Giorgia Meloni, che ha definito «surreale» il comportamento della Procura, fino a Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, che ha pubblicato un messaggio di sostegno. Salvini dice di aver apprezzato sinceramente queste manifestazioni, così come le parole del suo successore al Viminale, Matteo Piantedosi, che ha ricordato il proprio coinvolgimento nei fatti, essendo all’epoca capo di gabinetto del ministero dell’Interno.

La posizione di Oscar Camps e la reazione di Salvini

A gettare benzina sul fuoco è intervenuto anche Oscar Camps, fondatore della ong catalana Open Arms, che ha espresso fiducia nella possibilità che la Cassazione possa annullare l’assoluzione. Le parole di Camps hanno irritato il vicepremier, che ha accusato l’attivista di portare avanti una «battaglia politica sulla pelle delle persone». Salvini ha ricordato un video in cui Camps, a suo dire, avrebbe festeggiato la caduta del governo, senza curarsi dei rischi per la vita dei migranti: «E questa sarebbe “solidarietà”?».

Nel suo racconto, Salvini sottolinea il paradosso di un procedimento che potrebbe ricominciare dopo quattro anni di udienze, decine di testimonianze e una sentenza favorevole. Una situazione che, secondo il leader leghista, riflette un uso distorto degli strumenti giudiziari per finalità diverse da quelle della giustizia.

Le accuse al Movimento Cinque Stelle

Nel mirino del vicepremier tornano anche le forze di opposizione, in particolare il Movimento Cinque Stelle, che all’epoca era alleato della Lega al governo ma votò in Parlamento a favore dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti. Salvini non nasconde l’amarezza per quello che considera un tradimento: «Per me coerenza, lealtà, onestà e coraggio non sono solo parole, sono una condotta di vita. Invece loro hanno cambiato idea solo perché avevo tolto la fiducia a Conte».

Secondo il leader del Carroccio, è stato proprio quel voto parlamentare a dare il via al processo politico-giudiziario, che ora rischia di riaprirsi proprio mentre il governo è impegnato in un’importante riforma della giustizia. Una riforma che, ribadisce Salvini, «non è contro i magistrati, ma per ridurre lo strapotere delle correnti e restituire equilibrio all’intero sistema giudiziario».

Una vicenda che riaccende lo scontro tra politica e giustizia

Il caso Open Arms continua così ad alimentare il confronto acceso tra politica e magistratura, in un momento in cui le tensioni istituzionali sono già alte. Mentre la Cassazione si prepara ad esprimersi, Salvini appare deciso a non arretrare, convinto della correttezza delle proprie scelte e forte del sostegno della coalizione di governo.

Resta ora da capire se il ricorso della Procura sarà accolto e se si aprirà un nuovo capitolo giudiziario su una vicenda che, a distanza di anni, non smette di dividere l’opinione pubblica. In gioco non c’è solo il destino giudiziario del leader leghista, ma anche il delicato equilibrio tra potere esecutivo e potere giudiziario, al centro del dibattito politico italiano da decenni.

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Ultimo Aggiornamento: 19/07/2025 09:18

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