
«Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto». È stato un appello accorato, quello pronunciato da papa Leone XIV durante l’Angelus, in riferimento alla crisi in Medio Oriente e, in particolare, alla situazione drammatica nella Striscia di Gaza. Le sue parole hanno toccato il cuore dei fedeli riuniti in piazza, scossi dalle notizie dell’attacco militare alla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza City.
«Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga a una risoluzione pacifica del conflitto. Alla comunità internazionale, rivolgo l’appello a osservare il diritto umanitario e a rispettare l’obbligo di tutela delle popolazioni civili e il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e spostamento forzato della popolazione». Il pontefice ha ribadito il suo «profondo dolore» per l’attacco alla parrocchia cattolica di Gaza, aggiungendo «Ai nostri amati cristiani mediorientali dico: sono vicino alla vostra sensazione di poter fare poco davanti a questa situazione così drammatica. Siete nel cuore del Papa e di tutta la chiesa grazie per la vostra testimonianza di fede».
Il pontefice ha rivolto un appello diretto alla comunità internazionale, chiedendo il pieno rispetto del diritto umanitario: «Va garantita la tutela dei civili, va fermata ogni punizione collettiva, ogni uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato delle popolazioni». Invocando pace, giustizia e rispetto della dignità umana, il Papa ha chiesto con forza di abbandonare la via delle armi.
Il messaggio arriva da Albano Laziale, dove papa Leone XIV ha celebrato la messa domenicale nella cattedrale San Pancrazio Martire. Durante la liturgia, e in un breve incontro con i giornalisti al termine della funzione, ha ribadito: «Dobbiamo dialogare e lasciare le armi, il mondo non sopporta più la guerra. Preghiamo e abbiamo fiducia in Dio». Riguardo a Gaza, ha sottolineato: «Abbiamo insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri e di lavorare insieme per fermare tanta violenza e tanto odio».

Nel corso dell’omelia, il pontefice ha invitato i presenti a trasformare il tempo estivo in un’occasione per “prendersi cura gli uni degli altri, con coraggio”. Ha parlato del perdono come via faticosa ma necessaria per costruire una cultura autentica della pace, capace di unire le persone, i popoli e le religioni. «Servire e ascoltare costa fatica», ha detto, «ma solo così si costruisce qualcosa di buono».
Grande l’attesa ad Albano per l’arrivo del Papa. Giunto con qualche minuto di anticipo in Piazza Pia, Leone XIV è stato accolto dal vescovo mons. Vincenzo Viva e dal sindaco Massimiliano Borelli. Centinaia di fedeli erano presenti dalle prime ore del mattino, con circa 300 posti all’interno della cattedrale (60 riservati a malati) e altri 1.100 spettatori in due piazze allestite con maxischermi.
Tra gli applausi e il suono festoso delle campane, il Papa ha attraversato a piedi la piazza, salutando i fedeli radunati dietro le transenne e ricevendo in dono dalle autorità locali due regali simbolici: un piatto d’argento con il suo stemma pontificio, preparato in occasione della sua (mai avvenuta) presa di possesso come cardinale-vescovo di Albano, e un cesto di prodotti tipici a km 0 realizzati dalla Fondazione Campaniello di Genzano, che lavora con giovani autistici.

Ormai al termine del suo periodo di riposo ai Castelli Romani, il pontefice nell’omelia parla proprio dell’estate, giorni in cui abbiamo più tempo libero:””Approfittiamone per assaporare qualche momento di quiete, facendone occasione per prenderci cura gli uni degli altri, per offrirci comprensione e consiglio. Questo ci fa sentire amati””