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Morto resuscitato, esce fuori la verità: cosa è successo davvero

Pubblicato: 20/07/2025 18:19

Per oltre mezz’ora si è pensato che fosse tornato in vita, un uomo di 78 anni che, secondo le prime ricostruzioni circolate tra testate e social, sarebbe stato dichiarato morto dopo un infarto e poi risvegliatosi tra lo stupore generale. Una vicenda dai contorni sensazionalistici, subito rilanciata come una sorta di “resurrezione”, con il carro funebre già in arrivo e i familiari in lacrime. Le parole dell’anziano, al momento del risveglio – avrebbe chiesto delle figlie – avevano alimentato il racconto di un ritorno alla vita inspiegabile.

Ma la verità dei fatti è un’altra, molto più concreta e documentata. Nessun certificato di morte è mai stato redatto, nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata dai medici. A chiarirlo è direttamente l’Ares 118, che ha smentito in modo netto le ricostruzioni errate: si è trattato, semmai, di una rianimazione lunga e complessa, condotta con determinazione e senza mai interrompere l’intervento.

Il malore nella

L’episodio si è verificato nella serata di venerdì 18 luglio, a Marina Velca, zona residenziale del comune di Tarquinia, in provincia di Viterbo. L’uomo, di origine libica, ha accusato un arresto cardiocircolatorio improvviso mentre si trovava nella propria abitazione. All’arrivo del personale sanitario, la situazione è apparsa da subito molto critica. Come spiegato nella nota ufficiale dell’Ares, le manovre di rianimazione sono iniziate immediatamente, con la somministrazione di farmaci salvavita.

Per oltre 30 minuti il paziente non ha mostrato segni vitali. In quel frangente, secondo quanto appreso, sarebbe stato inizialmente attivato anche l’elisoccorso, poi fatto rientrare, mentre il corpo veniva lasciato all’interno dell’ambulanza, in attesa. Tuttavia, la morte clinica non è mai stata dichiarata. Né verbalmente né formalmente. Gli operatori hanno continuato a rianimare l’uomo senza mai interrompere le procedure.

Il ritorno alla circolazione spontanea

Contro ogni previsione, a oltre mezz’ora dall’inizio delle manovre, è avvenuto il ritorno della circolazione spontanea. Il battito è ripreso, le condizioni si sono stabilizzate e l’uomo ha riacquisito coscienza, pronunciando alcune parole. È in questo momento che i presenti – e forse anche alcuni tra i familiari – hanno pensato erroneamente che fosse avvenuto qualcosa di inspiegabile, parlando di una “resurrezione”.

Ma l’azienda sanitaria ha precisato con forza: “Nessuno ha mai dichiarato la morte del paziente. La storia, così come è circolata, è stata costruita a posteriori e non ha alcun fondamento reale”. E ha aggiunto: “Non c’è stato nessun miracolo, ma solo la tenacia e la competenza del personale sanitario, che ha proseguito senza mai arrendersi”.

Ricoverato al Gemelli, è ancora sotto osservazione

Una volta stabilizzato, l’uomo è stato trasferito all’ospedale di Tarquinia, per poi essere portato in elicottero al Policlinico Gemelli di Roma, dove si trova tuttora sotto osservazione. Nessuna “Sindrome di Lazzaro”, dunque, ma un caso che dimostra l’importanza della tempestività e della determinazione nel soccorso avanzato.

Nel frattempo, l’Ares ha smentito anche un altro elemento della vicenda: non è vero che le figlie del paziente siano state erroneamente informate del decesso. Nessun annuncio ufficiale, solo un momento drammatico che ha preceduto un esito inatteso e positivo. La vicenda resta eccezionale, ma non per i motivi raccontati: a fare la differenza, stavolta, non è stato il miracolo, ma la professionalità dei soccorritori.

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