
Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, torna in Italia l’allerta per il virus West Nile, un patogeno silenzioso ma insidioso che prolifera soprattutto nelle zone calde e umide del Paese. Già diversi i casi registrati in alcune province, e le autorità sanitarie hanno riattivato le misure di sorveglianza e disinfestazione per contenere il contagio.
Il virus, scoperto per la prima volta nel 1937 in Uganda, nella regione del West Nile, è diventato negli ultimi decenni una minaccia sempre più concreta anche in Europa, con focolai ciclici e in aumento.
Come si trasmette il virus West Nile

Il contagio avviene tramite la puntura di una zanzara infetta, in particolare del genere Culex, diffusa anche nelle nostre città. Le zanzare contraggono il virus pungendo uccelli portatori, che rappresentano il vero serbatoio dell’infezione. L’uomo e il cavallo, invece, sono considerati “ospiti terminali”: possono ammalarsi, ma non trasmettere il virus ad altri.
Il contagio non avviene da persona a persona, né con il contatto diretto, né attraverso aria o alimenti. Casi eccezionali di trasmissione si sono verificati per trasfusioni di sangue, trapianti di organi o, raramente, da madre a feto durante la gravidanza.
Sintomi, complicazioni e prevenzione

Nel 80% dei casi l’infezione decorre senza alcun sintomo e passa inosservata. Quando si manifesta, assume solitamente la forma di una sindrome simil-influenzale: febbre, mal di testa, nausea, dolori muscolari. Solo in una minima percentuale dei casi – meno dell’1% – il virus può provocare complicazioni neurologiche gravi, come encefaliti o meningiti, soprattutto in anziani e immunodepressi.
Non esiste ad oggi un vaccino per l’uomo, mentre è disponibile una profilassi per i cavalli. La prevenzione si basa sul controllo delle zanzare e sulla protezione individuale, soprattutto nei mesi caldi: usare repellenti, indossare indumenti lunghi, evitare ristagni d’acqua.
Le regioni italiane maggiormente colpite attivano ogni estate piani di disinfestazione e campagne di sensibilizzazione, ma la lotta al virus resta legata anche alla responsabilità dei cittadini, chiamati a collaborare per limitare la proliferazione dei vettori.