
Il velo sul gestione della pandemia potrebbe essere sollevato definitivamente nelle prossime settimane. In un’estate che si preannuncia carica di rivelazioni, la commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 si prepara a rendere pubblici i verbali segreti delle audizioni dei vertici del Cts e delle task force governative. L’annuncio arriva direttamente dal senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, presidente della commissione bicamerale, che in un’intervista al Secolo d’Italia ha promesso: «Entro agosto desecreteremo tutto e offriremo ai media notizie interessanti».
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Parole che anticipano un passo cruciale in un’indagine che ha già prodotto ore di confronto serrato, con centinaia di domande rivolte a figure chiave della gestione dell’emergenza sanitaria. «Sono vincolato al segreto – ha aggiunto Lisei – ma ritengo straordinario l’approfondimento che verrà reso noto». Una dichiarazione che lascia intendere l’esistenza di elementi di rilievo che potrebbero riaprire il dibattito pubblico sulle scelte compiute durante la fase più drammatica della crisi sanitaria.
Mascherine contraffatte e miliardi spesi: i primi punti fermi
Tra le informazioni già emerse, alcune riguardano le mascherine acquistate dalla Cina. Secondo quanto documentato dal funzionario delle Dogane Miguel Martina, poi vittima di mobbing certificato dal tribunale di Roma, lo Stato italiano avrebbe speso miliardi di euro per dispositivi contraffatti, sdoganati in violazione della normativa europea e con commissioni milionarie. Un affare opaco, su cui – secondo il whistleblower – non si è mai realmente fatta chiarezza, né da parte dell’Anticorruzione né delle autorità politiche.
Altre rivelazioni già note, ma tutt’altro che secondarie, riguardano la mancata chiusura della zona rossa tra Alzano e Nembro, un punto nevralgico dell’epidemia in Italia. Sebbene il tribunale dei ministri di Brescia abbia archiviato le accuse contro l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, sostenendo l’assenza di un rapporto causa-effetto dimostrabile, diversi esperti – tra cui Sergio Cartabellotta (Gimbe) e il virologo Andrea Crisanti – avevano indicato quella decisione come decisiva per contenere il numero dei decessi.

Le audizioni in commissione Covid e i temi sensibili
Secondo le indiscrezioni, le audizioni parlamentari avrebbero toccato anche altri nodi cruciali, destinati a riemergere con forza una volta desecretati i documenti. Tra i protagonisti attesi, Ranieri Guerra e Francesco Maraglino, entrambi sotto processo per il mancato aggiornamento del piano pandemico, sono stati ascoltati su temi sanitari controversi: dalla discussa strategia della vigile attesa con paracetamolo, già finita in tribunale a Roma, ai criteri di tracciamento, ritenuti da molti esperti inefficaci.
Particolarmente opaco, secondo le anticipazioni, resta anche il capitolo sulle autopsie mancate, che in molti casi avrebbero potuto chiarire le cause effettive dei decessi da Covid-19, fornendo strumenti più efficaci per il trattamento e la prevenzione. Non mancano, infine, dubbi sulla correttezza dei dati forniti all’Oms, con il ministero della Salute accusato di aver falsificato i test sulla preparedness e di aver addirittura donato dispositivi di protezione a Pechino, mentre in Lombardia medici e infermieri morivano a ritmi tra i più alti d’Europa.

La reazione del M5S e le tensioni politiche
La desecretazione annunciata arriva in un clima teso. La deputazione M5S ha criticato duramente l’intero operato della commissione, definendola «un fallimento totale» e un’occasione persa per rafforzare il Sistema sanitario nazionale. Un giudizio netto, che si intreccia con le polemiche legate alla mancata adesione dell’Italia al nuovo Regolamento sanitario internazionale dell’Oms e all’astensione sul piano pandemico.
Per il presidente Lisei, invece, la posizione del governo rappresenta un’affermazione di sovranità nazionale contro un potenziale «eccesso di potere» su trattamenti sanitari, lockdown, certificazioni e industria farmaceutica. Una lettura definita dal capogruppo M5S in commissione Covid, Alfonso Colucci, come «preoccupante e irresponsabile negazionismo scientifico», che secondo lui piega l’interesse nazionale a logiche internazionali vicine a Donald Trump.
La verità ancora da scrivere
Se da un lato l’indagine ha già portato alla luce molte anomalie, dall’altro resta aperta la domanda cruciale: che cosa non sappiamo ancora? Le intercettazioni, le mail e la messaggistica acquisite dalla Procura di Bergamo e dalla Guardia di Finanza offrono uno spaccato della gestione della crisi, ma i verbali riservati potrebbero aggiungere un tassello determinante al mosaico. Le prossime settimane saranno decisive per capire se il racconto ufficiale sulla pandemia da Covid-19 reggerà al confronto con le parole, sinora segrete, dei suoi protagonisti.