
Il 4 ottobre 2008, un sabato grigio e minaccioso di pioggia, segna una giornata cruciale nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi. Gli inquirenti, dopo 418 giorni di indagini, decidono di convocare in caserma alcuni frequentatori della casa Poggi, tra cui gli amici del fratello della vittima, Marco Poggi. Tra i convocati c’è Andrea Sempio, uno dei ragazzi che frequentava la casa di via Pascoli e che in seguito diventerà indagato nella nuova inchiesta del procuratore Fabio Napoleone. Sebbene quell’interrogatorio non abbia cambiato il corso delle indagini all’epoca, oggi, alla luce di nuovi sviluppi, si può considerare un punto di svolta per la storia del delitto di Garlasco.
Il racconto dell’interrogatorio
Sempio era stato già ascoltato nel 2007, dopo le sue telefonate a casa Poggi prima del delitto. Ma il 4 ottobre 2008 è chiamato di nuovo a rispondere. Alle 10.30 del mattino, nell’ufficio della compagnia di Vigevano, Sempio viene interrogato dal maresciallo Flavio Devecchi e dal capitano Gennaro Cassese, che ha coordinato le indagini su Garlasco. Il verbale dell’interrogatorio si conclude alle 14.40, ma qualcosa di insolito accade durante le ore di ascolto: Sempio ha un malore mentre si trova davanti ai carabinieri e viene chiamata un’ambulanza del 118. L’intervento dura circa 40 minuti, ma questa informazione non viene riportata nel verbale ufficiale. La sua testimonianza prosegue con il resoconto di quanto accaduto, ma non c’è traccia del malore né dell’interruzione dell’interrogatorio per il ritiro dello scontrino.

Lo scontrino del parcheggio: un dettaglio controverso
L’episodio dello scontrino di parcheggio diventa un altro elemento controverso. Durante l’interrogatorio, Sempio fa sapere ai carabinieri di aver conservato lo scontrino, che poi consegnerà loro. Tuttavia, a distanza di anni, emerge che ci sono delle incongruenze riguardo a questo dettaglio. I carabinieri firmatari del verbale, infatti, non sembrano ricordare alcuna interruzione per il malore o il recupero dello scontrino. All’inizio di maggio, quando la notizia del malore in caserma emerge sui giornali, Sempio e i suoi legali respingono qualsiasi ricordo di quella circostanza. Tuttavia, in un’intervista successiva a “Quarto grado”, Sempio cambia versione e conferma l’accaduto, spiegando: “Mi ero presentato all’interrogatorio che però era già qualche giorno che avevo la febbre, quindi già non stavo benissimo. Loro hanno visto che ero un po’ ovattato e che andavo un po’ giù, mi perdevo un po’, e allora hanno deciso di chiamare l’ambulanza.”
Le incongruenze e le nuove indagini
Durante la stessa intervista, Sempio racconta del suo interrogatorio, che sembrava essersi protratto per un tempo molto lungo rispetto agli altri interrogatori degli amici. “E infatti, nel giro dei miei amici quando poi parlavamo, io ero l’unico che al posto di averci messo un’ora, un’ora e mezza, ci ho messo tipo quattro ore di interrogatorio ma perché mi hanno mandato su e giù due volte praticamente,” racconta Sempio, evidenziando quanto sia stato lungo e frammentato l’interrogatorio a causa delle interruzioni.
Dopo 18 anni, le indagini su questo caso si sono riaperte e i carabinieri hanno riesaminato le incongruenze emerse dai verbali e dalle testimonianze. La domanda principale che ora gli inquirenti si pongono è come sia stato possibile che queste informazioni non siano emerse prima. Il caso di Garlasco continua ad alimentare dubbi e interrogativi, e questa nuova svolta potrebbe finalmente portare a chiarire alcuni punti oscuri della vicenda.