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Milano, il sostegno “commissariato” del Pd a Sala per salvare la partita nazionale

Pubblicato: 21/07/2025 12:30

Dietro l’abbraccio formale, le parole misurate e il lessico dell’unità, si consuma un’operazione di contenimento politico che assomiglia sempre più a un commissariamento mascherato. Il Partito Democratico sceglie di stare al fianco di Beppe Sala, ma lo fa con il fiato corto, consapevole che la vera posta in gioco non è solo Milano, bensì il futuro stesso della sfida alla destra.

In gioco ci sono le prossime Regionali in Lombardia, il controllo della città simbolo del centrosinistra e, sullo sfondo, la rincorsa a Palazzo Chigi contro Giorgia Meloni.

Schlein, sostegno condizionato a Sala

La segretaria dem Elly Schlein, con la formula “Avanti insieme, ma cambiando strada, subito“, ha tentato il difficile esercizio dell’equilibrismo politico. Un sostegno pieno nelle forme, condizionato nei contenuti.

Perché ciò che arriva da via del Nazareno è in realtà un segnale chiarissimo: l’era dell’urbanistica “alla Sala” è finita, o quanto meno è diventata politicamente indifendibile. Non si tratta solo di una questione giudiziaria, ma di una frattura profonda con il cuore progressista dell’elettorato: giovani, ceti medi, periferie.

La crisi milanese e l’effetto domino sulle Regionali

Il terremoto giudiziario che ha colpito Milano rischia di diventare una slavina nazionale. A spaventare i vertici del Pd è l’ipotesi di elezioni anticipate in autunno nel capoluogo lombardo: un rischio che potrebbe mandare all’aria mesi di lavoro per riconquistare la Lombardia e alimentare l’onda lunga che, nei piani del centrosinistra, dovrebbe portare a una nuova maggioranza nel 2026.

In queste ore, all’interno del partito, è scattato l’allarme rosso. Si racconta che lo stesso Sala, scosso dall’inchiesta, abbia ventilato l’idea di dimettersi qualora non avesse percepito un sostegno vero. Ma proprio per evitare il voto anticipato e un possibile scivolone clamoroso a favore del centrodestra, Schlein ha deciso di restare accanto al sindaco. Ma con una condizione precisa: cambiare passo, cambiare politiche, cambiare narrazione.

Housing sociale, San Siro, consumo di suolo: le nuove linee rosse

In discussione c’è tutto il modello Milano, quello che il Pd aveva per anni difeso come simbolo di modernità e rigenerazione. Ma oggi le case troppo care, il consumo di suolo, le grandi operazioni immobiliari percepite come operazione elitarie e lontane dalla gente rischiano di tagliare fuori il Pd dai suoi mondi di riferimento.

Per questo Schlein ha chiesto a Sala un cambio di rotta tangibile, a partire dal progetto del nuovo stadio di San Siro, diventato simbolo di una città che corre troppo in avanti lasciando indietro i suoi cittadini. Il piano in cantiere prevede misure immediate: più investimenti nell’housing sociale, più verde urbano, un freno agli interventi immobiliari aggressivi, politiche redistributive che restituiscano centralità ai più deboli. Un messaggio diretto agli elettori in fuga e una chiara richiesta di discontinuità da parte della segreteria.

Il nodo politico e il rischio nazionale

Ma la questione è anche più profonda. Il Pd non può permettersi di difendere in blocco il passato, perché significherebbe mettersi in trincea a difendere ciò che oggi è sotto inchiesta. E questo, in termini di credibilità pubblica, sarebbe devastante. In gioco non c’è solo il futuro del sindaco, ma anche quello della successione a Palazzo Marino e la possibilità di costruire una coalizione credibile per battere la destra.

Il retroscena più importante riguarda il rapporto personale tra Sala e Schlein. Una lunga telefonata, raccontano, in cui il sindaco avrebbe espresso la propria amarezza, ma anche la volontà di non mollare. Schlein, a sua volta, avrebbe garantito il sostegno, chiedendo però un segnale immediato di discontinuità. Un patto delicatissimo, che il Pd prova a gestire sul filo tra l’urgenza politica e la prudenza giudiziaria.

Ultima chiamata per Milano (e per il Pd)

In definitiva, quello che si sta costruendo è un patto di sopravvivenza. Il Pd salva Sala, ma pretende che Milano torni ad essere la città laboratorio che parla alle sue fasce popolari, ai giovani, a chi oggi non si riconosce più in un modello urbano esclusivo e costosissimo. La sfida è restituire senso politico alla sinistra cittadina, prima che sia troppo tardi.

Il rischio? Che la città finisca per esplodere in mano a un partito che, al momento, non sembra avere né il piano B né il margine d’errore. Perché se cade Milano, cade molto di più. E qualcuno, dentro al Nazareno, comincia a pensare che l’inchiesta di oggi possa essere il primo vero ostacolo sulla strada di una rivincita nazionale. E se non si cambia rotta ora, domani non ci sarà più nulla da salvare.

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