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Serie A sotto attacco dalla Premier: “Non conta più niente, campionato per vecchi”

Pubblicato: 21/07/2025 14:26

C’era una volta la Serie A, regina indiscussa del calcio mondiale. Gli anni ’80 e ’90 erano un tripudio di leggende, emozioni e sfide da sogno. Oggi, a parte qualche exploit europeo di Inter e Atalanta, quel fascino sembra sbiadito. Il nostro campionato perde smalto, ritmo e centralità, tanto che dall’Inghilterra arriva una stoccata durissima: “Non è più calcio d’élite, è una pensione di lusso”.

La polemica si accende sui social. In pieno mercato estivo, si parla di top player in arrivo ma anche di un campionato che, secondo molti, strizza l’occhio agli over 35 più che ai giovani talenti.

Serie A: patria delle “star d’annata”?

L’analisi arriva dal Guardian: “Italia patria indiscussa dei calciatori anziani”. L’arrivo in Serie A di campioni come Modric e De Bruyne ha riportato i riflettori sul nostro campionato, ma non proprio nel modo che avremmo sperato. Il focus? L’età dei campioni in campo. Il Guardian non si trattiene: “L’Italia è diventata la patria indiscussa degli anziani, pur dotati”. Dati e confronti colpiscono nel segno e fanno rumore.

Modric diventa il simbolo di questa “nuova” Serie A. “Compirà 40 anni a settembre, ha giocato 930 partite e vinto sei Champions. Ora raramente resta in campo 90 minuti. Eppure ha scelto il Milan, confermando che la Serie A è il rifugio ideale per chi ha superato l’apice”. (continua dopo la foto)

L’età media sale, i giovani guardano altrove

I numeri parlano chiaro: la media età dei giocatori in Serie A è di 14 mesi superiore rispetto ai 31 principali campionati europei. E la “galleria dei veterani” è affollata: Acerbi (37) e Mkhitaryan (36) brillano ancora con l’Inter, De Roon (34) regista dell’Atalanta, Cuadrado (37) corre sulla fascia. E non sono gli unici.

Il giudizio più tagliente? Quello sul fisico e sulla competitività: “Il calcio è uno sport per giovani. In Premier, i giocatori sotto i 23 anni con almeno 900 minuti giocati sono aumentati del 32% nell’ultimo decennio”. Tradotto: fuori l’Italia si investe sul futuro, qui si accoglie il passato.

Tra nostalgia e confronti: dove va davvero la Serie A?

I paragoni con gli altri campionati sono impietosi e la nostalgia dei tempi d’oro è palpabile. Per gli inglesi, oggi la Serie A non regge più il confronto con le grandi d’Europa. “La Bundesliga ha giovani allenatori con iPad e pressing innovativo, la Spagna ha il Clásico, la Francia il PSG. L’Italia ha i veterani e un ritmo più lento”.

Ma il colpo più duro arriva sul piano economico: nessun club italiano è tra i primi dieci al mondo per ricavi. L’ultima Champions vinta? Quella dell’Inter nel lontano 2010. Nel frattempo, altrove si sperimenta, si investe, si vola. Mentre l’Italia sembra bloccata.

L’orgoglio delle coppe: i “vecchi” non mollano

Eppure, tra le righe del Guardian, c’è una verità che sorprende: la Serie A, pur più “anziana”, resta protagonista nelle coppe. Proprio Inter e Atalanta – spesso criticate per l’età dei loro senatori – hanno raggiunto finali europee, mettendo in difficoltà squadre ben più giovani e ricche.

E da quest’anno, diverse squadre di vertice sembrano voler invertire il trend, nonostante le difficoltà economiche. Ci riusciranno? Staremo a vedere.

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