Vai al contenuto

Trump, l’ultima follia: vuole decidere il nome della squadra di football e minaccia: “O così o niente stadio”

Pubblicato: 21/07/2025 17:07

Donald Trump torna a far parlare di sé, e stavolta il palcoscenico è quello del football americano. Il tycoon entra in campo a gamba tesa contro i Washington Commanders, colpevoli – secondo lui – di aver ceduto alle mode del politically correct. La miccia? Il nome storico Redskins, eliminato nel 2022 perché giudicato offensivo verso i nativi americani, che Trump vuole assolutamente riportare in auge.

Con il suo stile inconfondibile, l’ex presidente minaccia: niente nuovo stadio da sogno se il club non tornerà alle origini. Una presa di posizione che ha subito infiammato tifosi e social, riportando in primo piano il dibattito su identità e tradizione.

“O vi chiamate di nuovo Redskins o niente stadio”

Senza il nome Redskins, niente stadio”, tuona Trump durante un comizio-show, riferendosi all’accordo record da 4 miliardi di dollari per realizzare l’impianto nell’area dell’ex RFK Stadium. Un progetto mastodontico che dovrebbe vedere la luce nel 2030 e che fino a poco tempo fa era stato definito dallo stesso Trump “una grande vittoria per Washington”.

Solo ad aprile, infatti, Trump aveva ricevuto perfino una maglia personalizzata dei Commanders con il numero 47 – chiaro riferimento al suo mandato presidenziale. Ma ora la musica è cambiata: “Commanders è ridicolo”, sostiene, accusando la società di aver “ucciso la storia” e assicurando che il ritorno ai Redskins aumenterebbe il valore economico del club.

Una questione politica

La questione non è solo sportiva, ma anche politica. Il terreno dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio è stato concesso al District of Columbia per 99 anni grazie a un decreto di Joe Biden. Ed è proprio su questo accordo federale che Trump vuole mettere pressione, minacciando di bloccare tutto se il nome Redskins non verrà ripristinato.

Per Josh Harris, socio di maggioranza dei Commanders, la situazione si complica: aveva già escluso il ritorno al vecchio nome, ma ora deve affrontare la forza della macchina elettorale trumpiana, sempre pronta a ribaltare equilibri e opinioni.

Il discorso di Trump non si ferma al football. L’ex presidente punta il dito anche contro i Cleveland Guardians della MLB, ex Indians: “Il proprietario Matt Dolan ha perso tre elezioni per quel cambio ridicolo. Se tornasse agli Indians, vincerebbe. Gli indiani vengono trattati in modo ingiusto. Let’s make Indians great again!

Così, tra football e baseball, Trump trasforma la battaglia contro la cultura woke in una vera e propria sfida culturale, con lo sport che diventa terreno di scontro per identità, valori e visioni del futuro.

Leggi anche:

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure