
Arriva in Consiglio dei ministri il nuovo piano del governo contro il sovraffollamento carcerario, un’emergenza tornata drammaticamente sotto i riflettori a causa del crescente numero di suicidi registrati nelle carceri italiane. A meno di un mese dall’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si prepara a varare una serie di misure straordinarie.
Al centro dell’intervento c’è anche un decreto-legge con misure alternative alla detenzione, pensato per alleggerire il carico degli istituti penitenziari. Il provvedimento, secondo le prime stime, potrebbe comportare la scarcerazione di circa 10mila detenuti, perlopiù coinvolti in reati minori o già inseriti in percorsi di recupero.
“Oggi i detenuti nelle carceri italiane sono 61.861, e il 31,93% è affetto da dipendenze da alcol o stupefacenti”, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel presentare i punti principali del piano. L’obiettivo è offrire soluzioni strutturali, ma anche misure a breve termine per affrontare l’emergenza.

“Porteremo un piano articolato – ha spiegato Nordio – che spazierà dall’edilizia carceraria alla detenzione differenziata per i tossicodipendenti. Alcuni interventi, come la riforma sulla custodia cautelare, potrebbero richiedere più tempo, ma la direzione è tracciata”, ha aggiunto il Guardasigilli.
Sulle possibili scarcerazioni, Nordio ha specificato: “Non si tratta di un’amnistia o di un provvedimento indiscriminato. Si tratta di liberazioni anticipate per fine pena o per chi ha partecipato a programmi riabilitativi. I soggetti individuati sono circa 10mila, secondo il nostro primo monitoraggio”.
Nel corso della conferenza stampa, Nordio ha affrontato anche un altro tema di forte attualità: l’inchiesta sull’urbanistica a Milano, che coinvolge il sindaco Beppe Sala. “È una porcheria che notizie riservate e segrete vengano apprese dalla stampa. È accaduto a Berlusconi anni fa e oggi succede di nuovo”, ha dichiarato duramente.

Alla domanda se il sindaco Sala avrebbe dovuto dimettersi in seguito all’avviso di garanzia, Nordio ha risposto con fermezza: “Per l’amor del cielo, guai se un avviso di garanzia comportasse le dimissioni. Così ci metteremmo completamente nelle mani della magistratura. Serve equilibrio”.
Il ministro ha ribadito la necessità di una riforma profonda del sistema: “Serve una revisione radicale del segreto istruttorio. Non è il giornalista il responsabile, che fa solo il suo lavoro. La colpa è di chi fa trapelare le informazioni”.
Con l’annuncio del nuovo piano carceri e le dichiarazioni sul tema giustizia, Carlo Nordio conferma la volontà politica del governo di intervenire su più fronti, affrontando al contempo l’emergenza penitenziaria e i nodi irrisolti del rapporto tra politica, stampa e magistratura.