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Emanuela Ruggeri, si scopre solo ora: il risultato dell’autopsia. Come è morta

Pubblicato: 22/07/2025 09:30
Emanuela Ruggeri cadavere materasso

È stato trovato senza vita, tra sterpaglie e rifiuti, il corpo di Emanuela Ruggeri, 32 anni. La scoperta è avvenuta domenica, alla periferia est di Roma, in via del Mandrione, in una zona isolata, degradata e difficilmente visibile dalla strada. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era coperto da un materasso, dettaglio che rende ancora più inquietante un caso già avvolto nel mistero.
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Il ritrovamento tra sterpaglie e rifiuti

Il risultato dell’autopsia

A scoprire il corpo è stato Antonio Andreuccioli, un uomo di 65 anni che da tempo frequenta quella zona per portare a spasso il cane. È stato lui ad allertare le forze dell’ordine dopo giorni in cui avvertiva uno strano odore nella zona. «Mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato — ha raccontato — poi ho notato il materasso e ho capito che c’era qualcosa che non andava. La mia impressione è che qualcuno abbia voluto coprire il cadavere per non farlo notare dalla strada». Sulla salma di Emanuela Ruggeri non ci sono fratture ossee né altri segni che possano far pensare ad una morte violenta. È quanto è emerso dai primi risultati dell’autopsia svolta ieri sulla salma della trentaduenne. L’ipotesi formulata al momento è di morte come conseguenza di altro reato. Gli inquirenti ipotizzano che il decesso sia dovuto da un’overdose.

Non si sa con chi Emanuela abbia passato la giornata prima di morire, né perché si trovasse in una zona tanto distante dalla sua abitazione. La ragazza, come spiegano i familiari, non guidava, e sarebbe stato impossibile per lei raggiungere quel punto da sola. «Qualcuno ce l’ha portata», ha detto con convinzione la madre, Alessandra Loreti, sottolineando che la figlia «è stata buttata via come spazzatura».

Il dolore della famiglia e il luogo dell’abbandono

Parole che pesano, quelle della madre, che descrivono il dramma di una famiglia straziata da una morte ancora senza spiegazioni. Il corpo di Emanuela si trovava in un’area degradata, nascosto tra i cespugli, quasi a voler cancellare ogni traccia della sua presenza. Eppure, proprio il degrado del luogo e il tentativo maldestro di occultamento parlano di un gesto frettoloso, forse compiuto da qualcuno che la conosceva o che comunque voleva allontanarsi in fretta dal luogo del delitto.

La distanza di circa otto chilometri dalla sua abitazione rafforza l’ipotesi dei genitori: Emanuela non poteva arrivare lì da sola. Il fatto che il corpo fosse abbandonato in modo così sommario, ma al tempo stesso coperto con un materasso, suggerisce una volontà di nasconderlo senza però prendersi il tempo per farlo davvero in modo efficace. È un gesto che potrebbe indicare timore di essere scoperti o poca esperienza nel compiere un crimine.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo e gli investigatori cercano risposte nei tabulati telefonici e nelle ultime comunicazioni della giovane. Il telefono scomparso potrebbe contenere indizi decisivi per ricostruire le sue ultime ore. Intanto, resta il dolore di una madre che cerca giustizia e la consapevolezza che la morte di Emanuela Ruggeri non può essere archiviata come una semplice fatalità. È un caso ancora aperto, carico di interrogativi e zone d’ombra che attendono di essere illuminate.

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Ultimo Aggiornamento: 22/07/2025 09:57

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