Colpi di carro armato hanno travolto nella notte un accampamento di sfollati palestinesi, provocando una strage. L’attacco ha colpito una zona conosciuta come Beach Camp, nel settore occidentale di Gaza city, dove erano rifugiate decine di famiglie in fuga da altri quartieri della Striscia settentrionale.
I proiettili israeliani hanno centrato in pieno alcune tende dove si trovavano uomini, donne e bambini, molti dei quali stavano dormendo. Il bilancio provvisorio è di almeno 13 vittime e 25 feriti, alcuni in condizioni critiche.
L’attacco nel cuore della notte
Secondo le prime ricostruzioni, a sparare sarebbero stati carri armati schierati a ridosso del campo. Due colpi di grosso calibro avrebbero distrutto una parte del complesso, sollevando un’esplosione di detriti e fiamme che ha travolto diverse famiglie.
Le vittime si trovavano in tende montate come rifugi temporanei, in una zona considerata fino a poche ore prima relativamente sicura. La maggior parte degli sfollati proveniva da aree già devastate dai bombardamenti e aveva cercato lì un riparo.
Cresce la tensione tra i civili
I soccorritori sono intervenuti in condizioni difficili per estrarre i feriti e i corpi da sotto le macerie di plastica, metallo e sabbia. La tensione umanitaria nella Striscia raggiunge così un nuovo picco, aggravata dall’impossibilità per molti civili di spostarsi in aree protette o ricevere cure adeguate.
L’attacco ha riacceso la paura tra migliaia di famiglie già costrette a più evacuazioni, alimentando la sensazione che nessun luogo sia più al sicuro.