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“Lo ha mangiato”. Ozzy e il pipistrello, la verità sull’episodio passato alla storia

Pubblicato: 22/07/2025 21:14

Il nome di Ozzy Osbourne, icona dell’heavy metal morto oggi all’età di 76 anni, è scolpito nella leggenda non solo per la sua musica, ma anche per episodi che hanno contribuito a costruire il suo personaggio oscuro, folle e geniale. Tra questi, ce n’è uno che ha segnato in modo indelebile l’immaginario collettivo: il celebre morso al pipistrello.

Era il 10 gennaio 1982, e Osbourne si stava esibendo durante un concerto a Des Moines, in Iowa, nel pieno del tour Diary of a Madman. A un certo punto, qualcuno dal pubblico lanciò sul palco un pipistrello. Ozzy, convinto che fosse finto, lo raccolse, lo portò alla bocca e gli staccò la testa con un morso. Il pubblico rimase scioccato, ma anche esaltato da quel gesto che sembrava studiato a tavolino, tanto era in linea con il personaggio.

In realtà, come lo stesso Osbourne raccontò poco dopo, si trattò di un malinteso grottesco. “Pensavo fosse di gomma”, dichiarò in un’intervista. “Solo quando ho sentito qualcosa muoversi tra i denti ho capito che era reale. È stato disgustoso. Subito dopo mi hanno portato in ospedale per fare una serie di iniezioni contro la rabbia. Non è stato per niente divertente”.

Nonostante il disgusto iniziale e le conseguenze sanitarie, quell’episodio divenne immediatamente parte del mito. I fan cominciarono a raccontarlo come se fosse un rituale oscuro, mentre i media contribuirono a trasformarlo in uno dei momenti più estremi della storia del rock. Da allora, il “morso al pipistrello” è diventato simbolo dell’eccesso e dell’imprevedibilità dell’artista.

Ozzy stesso ha cavalcato l’onda dell’episodio per decenni. Dai pupazzi ai portachiavi, passando per t-shirt e repliche di pipistrelli decapitati: il merchandising ispirato a quella serata è stato venduto in tutto il mondo. Anche nel 2022, in occasione del 40° anniversario, Osbourne ha lanciato un peluche di pipistrello con testa staccabile, con tanto di firma autografa.

L’episodio ha anche avuto un curioso effetto collaterale: ha rinforzato l’immagine di Osbourne come “Principe delle Tenebre”. Se prima era già noto per i suoi comportamenti bizzarri e le sue canzoni cupe, dopo quel gesto la sua figura pubblica ha assunto i contorni del mito oscuro e borderline. Un’etichetta che lui ha sempre gestito con ironia e consapevolezza.

In un mondo musicale spesso segnato da cliché, Ozzy Osbourne ha costruito la sua carriera anche grazie a momenti imprevedibili come quello. Lontano dall’essere una semplice provocazione fine a sé stessa, il gesto del pipistrello ha rappresentato un punto di rottura, un modo per dire che nel rock tutto è possibile — anche l’inimmaginabile.

Oggi, nel giorno della sua morte, molti fan ricordano quell’episodio come un emblema del coraggio artistico e della follia creativa di un uomo che non ha mai avuto paura di spingersi oltre. Ozzy Osbourne lascia un’eredità fatta di musica leggendaria, ma anche di momenti irripetibili come quello del pipistrello, destinati a rimanere scolpiti nella memoria del rock.

E mentre il mondo saluta il suo “Principe delle Tenebre”, resta quell’immagine surreale di un uomo, su un palco, che in mezzo al caos e al clamore, ha inconsapevolmente scritto una delle pagine più assurde e affascinanti della storia della musica.

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