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Migliaia di persone in strada contro Zelensky: cosa sta succedendo

Pubblicato: 22/07/2025 23:43

Migliaia di cittadini sono scesi in piazza in diverse città ucraine – tra cui Kiev, Lviv, Dnipro e Odessa – per protestare contro la nuova legge firmata dal presidente Volodymyr Zelensky, che di fatto elimina l’indipendenza delle agenzie anticorruzione del Paese. Una mossa che sta scatenando forti reazioni dentro e fuori dai confini ucraini, con l’opinione pubblica e parte della politica che parlano apertamente di “tradimento delle riforme”.

La notizia è arrivata in tarda serata tramite il sito ufficiale del parlamento ucraino, che ha pubblicato – e poi rimosso temporaneamente – l’annuncio della firma presidenziale sul disegno di legge n. 12414. La conferma è arrivata poco dopo da un alto funzionario ucraino all’agenzia AFP: Zelensky ha effettivamente firmato il contestato provvedimento.

La legge, definita da molti osservatori una minaccia all’autonomia degli organismi anticorruzione, ha dato il via alle prime manifestazioni di dissenso pubblico nei confronti di Zelensky dall’inizio della guerra con la Russia. I canali Telegram ucraini hanno diffuso numerosi video delle proteste, che mostrano una partecipazione ampia e trasversale.

Secondo quanto riportato da Ukrinform, il disegno di legge colpisce pesantemente il Bureau Nazionale Anticorruzione (NABU) e l’Ufficio del Procuratore Specializzato Anticorruzione (SAPO), due istituzioni centrali nella lotta alla corruzione in Ucraina e fondamentali nel percorso di avvicinamento all’Unione Europea.

Tra le voci più critiche spicca quella di Anastasia Radina, deputata del partito di governo “Servitore del Popolo” e presidente della Commissione parlamentare per le politiche anticorruzione. Radina ha affermato che “le istituzioni anticorruzione indipendenti sono il pilastro dell’integrazione europea”, e ha parlato apertamente di una grave retrocessione democratica.

Secondo Radina, la legge consegna un potere eccessivo al Procuratore Generale, permettendogli di impartire direttive vincolanti, archiviare casi, e addirittura interferire con le indagini su richiesta della difesa. Tutto ciò, denuncia la deputata, compromette l’integrità del sistema giudiziario e allontana il paese dagli standard europei.

Anche il direttore del NABU, Semen Kryvonos, ha lanciato un appello diretto a Zelensky nei giorni scorsi, chiedendogli invano di porre il veto alla legge. Dopo la firma, Kryvonos ha denunciato che NABU e SAPO sono ora “completamente dipendenti” e incapaci di agire con efficacia.

La mossa di Zelensky ha destato preoccupazioni anche tra i partner internazionali dell’Ucraina, in un momento in cui Kiev punta a rafforzare i propri legami con l’Unione Europea e a ottenere nuovi fondi e supporto nella guerra contro la Russia. L’indipendenza degli organismi anticorruzione è, infatti, uno dei criteri chiave richiesti da Bruxelles per l’adesione.

Le manifestazioni di queste ore sembrano quindi rappresentare non solo un grido di protesta, ma anche un banco di prova per la democrazia ucraina in piena guerra. La scelta di Zelensky, che fino a poco tempo fa si presentava come simbolo della lotta alla corruzione, potrebbe costargli caro sul piano della credibilità interna e internazionale.

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