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“Non ci inginocchiamo”: la decisione delle calciatrici al match contro la nazionale italiana, cosa succede

Pubblicato: 22/07/2025 18:59
Italia Inghilterra

Le calciatrici della nazionale inglese sono pronte a scendere in campo per la semifinale degli Europei femminili contro l’Italia, ma questa volta lo faranno con un gesto che non passerà inosservato. L’intero gruppo ha scelto di non inginocchiarsi prima del fischio d’inizio, segnando una svolta decisa su una questione che ormai va oltre il semplice gioco. Una presa di posizione pop, forte e silenziosa, che rompe la routine dei match precedenti e accende i riflettori su un nuovo modo di affrontare il tema della discriminazione.

Non è solo sport: le Lionesses hanno deciso di fare squadra e lanciare un messaggio chiaro, scegliendo l’unità e la compattezza come risposta ai problemi più attuali del calcio e della società. La loro decisione promette di cambiare il modo di vedere il gesto simbolico in campo e di riportare il focus su quello che conta davvero: il rispetto e la lotta contro ogni forma di abuso.

Un nuovo modo di protestare: le Lionesses restano in piedi

Per la prima volta durante questo Euro 2025, le calciatrici inglesi non si inginocchieranno prima di giocare. Il gesto, diventato simbolo della lotta alla discriminazione, viene messo in pausa. “Rimarremo in piedi prima del calcio d’inizio”, recita la nota ufficiale della squadra, che sottolinea la volontà di trovare una protesta più incisiva e diretta.

La scelta ha già acceso la discussione: è una decisione di gruppo, condivisa e meditata, che vuole dare una svolta e non lasciare che la lotta contro il razzismo si limiti solo ai gesti. Le inglesi puntano a qualcosa di più profondo e d’impatto, mostrando come la protesta possa evolvere nel tempo.

Il caso Jess Carter e la svolta social

La decisione nasce dopo un episodio che ha scosso la squadra: Jess Carter, protagonista nella sofferta vittoria contro la Svezia ai rigori, è stata bersagliata da insulti razzisti sui social. Una situazione che ha colpito profondamente non solo la giocatrice, ma tutto il gruppo.

Fin dall’inizio del torneo ho subito molti insulti razzisti. Sebbene ritenga che ogni tifoso abbia il diritto di esprimere la propria opinione sulle prestazioni e sui risultati, non penso sia giusto prendere di mira qualcuno in base all’aspetto fisico o alla razza”, ha dichiarato Carter. Scossa, ha deciso di abbandonare i social media per proteggersi: “Prenderò una pausa dai social media e lascerò che sia un team a occuparsene”.

Squadra unita: le Lionesses fanno muro

Il gesto delle Lionesses parte proprio dall’empatia e dalla difesa della propria compagna. In una dichiarazione congiunta, la squadra ha ribadito: “Siamo al fianco di Jess e di tutte le giocatrici delle Lionesses, passate e presenti, che hanno subito atti di razzismo. Nessuno dovrebbe subire abusi così vili, né nel calcio né in qualsiasi altro ambito della vita”.

Finora abbiamo scelto di inginocchiarci prima delle partite. È chiaro che noi e il calcio dobbiamo trovare un altro modo per combattere il razzismo”. Restare in piedi, quindi, non è una rinuncia ma una nuova forma di protesta: la squadra sceglie di rilanciare il dibattito e di restare compatta, pronta a dare voce a chi subisce ingiustizie.

Le Lionesses riscrivono le regole del rispetto

Questa sera, le Lionesses scenderanno in campo più unite che mai, pronte a dimostrare che il calcio può essere un esempio di rispetto, inclusività e coraggio. Il loro gesto, semplice ma potente, punta a cambiare le regole non scritte dello sport, invitando tutti a riflettere e a schierarsi contro ogni forma di discriminazione.

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