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“Non è possibile”. Garlasco, la Procura gela così la famiglia Poggi

Pubblicato: 22/07/2025 17:00

La Procura di Pavia ha respinto la richiesta di incidente probatorio presentata dai legali della famiglia di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Al centro dell’istanza c’era l’impronta palmare numero 33, rinvenuta sulla parete delle scale della villetta teatro dell’omicidio.

La richiesta mirava a ottenere nuovi accertamenti biologici sulla traccia, nella speranza di individuarne la natura e l’eventuale origine ematica. Tuttavia, secondo quanto riportato da Adnkronos, nel provvedimento firmato il 2 luglio, i magistrati hanno chiarito che non è più possibile effettuare analisi, in quanto il materiale è stato interamente utilizzato nelle indagini precedenti.

La decisione della Procura segna una battuta d’arresto per quanti ritenevano che l’impronta potesse essere compatibile con una mano destra sporca di sangue. Anche la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio, aveva suggerito che quella traccia fosse “densa” di elementi biologici rilevanti.

Chiara Pogggi Dna

Dal documento esaminato da Adnkronos emerge che l’intonaco su cui era presente l’impronta è stato completamente impiegato nei prelievi svolti in passato. Il tenente colonnello Alberto Marino del RIS ha comunicato ai magistrati, lo scorso 9 giugno, che il campione è stato esaurito e “verosimilmente pregiudicato” dall’uso della ninidrina, una sostanza che altera le componenti organiche.

Nonostante l’interesse rinnovato sulla traccia, nel provvedimento non si fa menzione del fatto che nel 2007 la stessa impronta fu sottoposta all’Obti test, esame specifico per individuare sangue umano, con esito negativo. Un dettaglio che sembra smorzare ulteriormente le speranze di nuovi riscontri.

A rendere definitivamente impossibili ulteriori analisi, c’è un ulteriore colpo di scena: la sparizione della provetta originale contenente il materiale raschiato dall’intonaco. La Procura ha certificato che il contenitore “non è stato rinvenuto” tra i reperti restituiti dal RIS di Parma il 17 giugno 2025.

L’assenza del campione, secondo i magistrati, rende vano qualsiasi tentativo di riaprire il fronte scientifico. “All’evidenza, non è possibile procedere ad accertamenti biologici sul reperto fotografico dell’impronta”, si legge nella conclusione del provvedimento.

Questa decisione arriva in un clima ancora carico di tensioni e sospetti. Nuove ipotesi investigative circolano da tempo, alimentate da presunte incongruenze emerse nei primi interrogatori risalenti a 17 anni fa e da riferimenti al nome di Andrea Sempio, già in passato finito nel mirino di alcune ricostruzioni alternative.

Nonostante il tempo trascorso, il caso Garlasco continua a dividere e a generare interrogativi. La richiesta respinta rappresenta per la famiglia Poggi e per l’opinione pubblica un ulteriore capitolo in una vicenda giudiziaria tra le più complesse e discusse dell’ultimo ventennio.

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Ultimo Aggiornamento: 22/07/2025 17:01

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