
Per due giorni, il sole non ha avuto lo stesso colore. A San Giovanni Rotondo, cielo e terra si sono fusi in un’unica nube densa e acre. Le persone, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, hanno visto il fuoco avanzare tra le colline, spinto da un vento che sembrava voler alimentare la furia delle fiamme. È stato un fine settimana di paura e di resistenza, in cui la comunità ha stretto i denti per difendere le proprie case, i propri boschi, la propria vita quotidiana.
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Nel silenzio ovattato del fumo, tra le sirene e i rotori dei Canadair, è emersa una voce stanca ma determinata: quella del sindaco Filippo Barbano, che ha raccontato quanto accaduto in queste ore. “Siamo sotto assedio”, ha detto, esprimendo la stanchezza e la pressione che da 48 ore attanagliano non solo lui, ma anche tutti coloro che stanno lavorando per arginare un disastro di dimensioni preoccupanti.
Roghi dolosi e evacuazioni nella zona nord della città
Il vasto incendio a San Giovanni Rotondo è scoppiato domenica e si è propagato velocemente a causa delle forti raffiche di vento. Le fiamme hanno avuto origine da tre distinti focolai, ritenuti senza alcun dubbio di natura dolosa, e si sono rapidamente estese su un’area vasta e difficile da raggiungere. Secondo una prima stima, sono andati distrutti oltre 1.100 ettari di vegetazione.

Nel momento più critico dell’emergenza, almeno 70 famiglie sono state costrette a evacuare le proprie abitazioni, per poi farvi ritorno solo quando le condizioni lo hanno permesso. Le zone più colpite sono state via Crisetti, via Saragat e via Costa, nella zona nord della città. In via Crisetti, in particolare, il fuoco ha lambito i palazzi, rendendo necessaria la chiusura della strada al traffico e la fuga improvvisa di molti residenti.
L’intervento dei Canadair ha contenuto l’emergenza
Fondamentale per riportare la situazione sotto controllo è stato l’intervento dei Canadair e delle squadre dei Vigili del Fuoco, giunte non solo da Foggia, ma anche dall’Abruzzo e dalla Colonna Mobile di Bari. A supporto, decine di volontari della Protezione Civile di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e persino del Piemonte. “Le zone colpite – ha spiegato il sindaco Barbano – sono impervie, non facilmente raggiungibili da terra. Senza il supporto aereo, non avremmo potuto contenere le fiamme”.
Nonostante il fuoco sia stato domato in gran parte dell’area interessata, il sindaco ha mantenuto alta l’allerta: “C’è ancora tanto fumo, e questo è un segnale che sotto la cenere potrebbe covare ancora del fuoco. Inoltre, il vento, seppur più leggero, continua a essere un fattore di rischio. Siamo in una fase delicata, ma non ci sono evacuazioni in corso e le strutture strategiche sono al sicuro”.
Nessun rischio per l’ospedale e per il convento
Tra le preoccupazioni più forti delle ultime ore c’è stata quella legata alla vicinanza delle fiamme all’ospedale e al convento della città. Tuttavia, le autorità locali hanno smentito ogni rischio attuale: “Il fuoco si era inizialmente diretto in quella direzione – ha spiegato Barbano – ma siamo riusciti a mantenere una distanza di sicurezza. L’azione dei Canadair è stata cruciale per impedire l’avanzata”.
Un altro punto critico ha riguardato l’area in cui si trova la casa della famiglia dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, originario proprio di San Giovanni Rotondo. Anche in questo caso, le fiamme si sono avvicinate pericolosamente, ma sono state tenute a distanza grazie all’azione aerea.
Raccomandazioni sanitarie e distribuzione di mascherine
Con l’aumento della concentrazione di fumo e il sospetto rilascio di sostanze tossiche nell’aria, il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl – Area Nord, in collaborazione con l’Ufficio Sanitario Comunale, ha diramato una serie di raccomandazioni alla popolazione. I cittadini sono stati invitati a restare in casa, tenere porte e finestre chiuse, evitare spostamenti non necessari, soprattutto se anziani, bambini o soggetti con problemi respiratori.
In caso di uscita, è fortemente consigliato l’uso di mascherine FFP2. È stato raccomandato anche di disattivare i condizionatori e gli impianti di ventilazione meccanica che utilizzano aria esterna. Inoltre, sono state sospese tutte le attività fisiche all’aperto, e si raccomanda di non consumare frutta e verdura coltivate nelle zone colpite, almeno fino al completamento delle verifiche da parte dell’Arpa e dell’Asl.
A sostegno della popolazione, le associazioni Croce Rossa e Misericordiae hanno messo in campo due auto itineranti per distribuire gratuitamente mascherine FFP2 a chi ne fosse sprovvisto.
Resta alta la vigilanza: “Non abbassiamo la guardia”
Nonostante il miglioramento della situazione e il contenimento delle fiamme, l’allerta resta massima. La presenza di punti di combustione ancora attivi, unita al vento che potrebbe riattivare i focolai, mantiene la città in stato di costante vigilanza.
Il sindaco Barbano ha voluto infine lanciare un messaggio alla cittadinanza: “Siamo stati messi alla prova, ma la nostra comunità ha reagito con forza e solidarietà. Ringrazio tutte le squadre operative, i volontari, i cittadini, le forze dell’ordine e tutti coloro che stanno dando il massimo per superare questa emergenza. Ma non è ancora il momento di rilassarsi. Continuiamo a restare uniti e vigili”.