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Separazione delle carriere, arriva il secondo sì in Senato

Pubblicato: 22/07/2025 16:34

Il Senato ha approvato, con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Si tratta del secondo via libera parlamentare alla riforma della giustizia promossa dal governo Meloni e dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

L’approvazione è avvenuta in un clima teso, con le opposizioni che hanno protestato in aula esponendo cartelli contro la riforma. La seduta è stata sospesa brevemente durante il voto nominale, che ha comunque confermato la maggioranza favorevole al provvedimento.

La riforma interviene sulla struttura costituzionale della magistratura, con l’obiettivo di distinguere in modo netto i percorsi professionali dei pubblici ministeri da quelli dei giudici, introducendo una modifica strutturale al sistema giudiziario italiano. Una proposta discussa da anni, ma che ora ha compiuto un passo cruciale verso la sua approvazione definitiva.

Il testo del disegno di legge, già approvato una prima volta dalla Camera dei deputati lo scorso 16 gennaio, dovrà ora tornare a Montecitorio per il terzo passaggio parlamentare, previsto dopo l’estate. Seguirà un’ultima lettura in Senato.

Come per tutte le riforme costituzionali, il percorso prevede quattro letture complessive – due alla Camera e due al Senato – a distanza di almeno tre mesi l’una dall’altra. L’iter dovrebbe concludersi entro l’inizio del 2026, ma il cammino è ancora lungo e potenzialmente accidentato.

Non avendo ottenuto la maggioranza qualificata dei due terzi in Parlamento, il disegno di legge, anche se approvato definitivamente, dovrà essere sottoposto a referendum confermativo. La consultazione popolare potrebbe tenersi nella tarda primavera del 2026.

Le opposizioni hanno espresso forte contrarietà alla riforma, accusando il governo di voler indebolire l’autonomia della magistratura e alterare l’equilibrio tra poteri dello Stato. Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza Verdi-Sinistra hanno votato contro il provvedimento, annunciando battaglia in vista del referendum.

Il ministro Carlo Nordio, presente in aula durante la votazione, ha sempre sostenuto che la separazione delle carriere sia una misura necessaria per garantire l’imparzialità dei giudici e rafforzare il principio del giusto processo. Il provvedimento è uno dei punti centrali dell’agenda del governo Meloni sulla giustizia.

Con questa seconda approvazione, la riforma della giustizia entra ufficialmente nella fase cruciale del suo iter costituzionale. Dopo l’estate, il Parlamento sarà chiamato a esprimersi nuovamente, mentre il dibattito politico si prepara a spostarsi dal Palazzo alle piazze e, potenzialmente, alle urne.

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