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Femminicidio in Italia, cambia tutto: arriva la nuova legge, cosa prevede

Pubblicato: 23/07/2025 14:08
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Il silenzio formale dell’Aula è stato interrotto da un lungo applauso. Un momento carico di significato, maturato dopo un percorso politico complesso ma condiviso, che ha visto l’intera Assemblea di Palazzo Madama esprimersi in modo compatto. Nessuna frattura, nessuna riserva: tutti i presenti hanno riconosciuto la necessità di una norma chiara, netta, definitiva contro una delle piaghe più dolorose della nostra società.
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Con 161 voti favorevoli su 161 votanti, il Senato della Repubblica ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce nel nostro ordinamento una nuova e specifica fattispecie di reato: il femminicidio come delitto d’odio e discriminazione di genere. Un passaggio storico per l’Italia, che si dota così di uno strumento legislativo espressamente concepito per contrastare la violenza più estrema contro le donne.

Una nuova norma nel codice penale: l’articolo 577-bis

Cuore della nuova legge è l’introduzione dell’articolo 577-bis del codice penale, che prevede l’ergastolo per chiunque provochi la morte di una donna per motivi legati al suo essere donna. In particolare, la norma punisce chi uccide “con atti di discriminazione o di odio verso la vittima in quanto donna”, o quando il delitto è “volto a reprimere i diritti, le libertà o la personalità della donna stessa”.

La portata della norma è duplice: da un lato riconosce formalmente l’esistenza di una violenza strutturale di genere; dall’altro equipara il femminicidio ad altri reati aggravati dall’odio, come quelli a sfondo razziale o religioso. Un riconoscimento giuridico che va oltre la mera fattispecie penale e si innesta in un contesto culturale che chiede da tempo risposte forti.

Misure cautelari più rigide contro violenza e stalking

Il testo approvato dal Senato non si limita a introdurre una nuova fattispecie di omicidio. Prevede infatti anche misure cautelari rafforzate nei confronti di chi è indagato per violenza domestica, stalking e femminicidio. La norma consente l’applicazione della custodia in carcere o degli arresti domiciliari anche in fase preliminare, qualora emergano gravi indizi di colpevolezza.

Si tratta di un passaggio importante, che mira a colmare le lacune spesso emerse nei casi più drammatici di cronaca, quando la violenza è esplosa dopo segnali già noti alle autorità ma non sufficientemente valorizzati sul piano giudiziario. La legge tenta così di anticipare il pericolo, agendo prima che sia troppo tardi.

Soddisfazione bipartisan e appelli all’attuazione

“Sono estremamente lieto di questo risultato che testimonia come sui temi importanti il Senato sappia esprimersi senza distinzioni di appartenenza”, ha dichiarato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, al termine della votazione. Un pensiero condiviso da tutte le forze politiche, che hanno sottolineato la portata innovativa della norma.

Tra le voci più attive, quella della senatrice Giulia Bongiorno, che ha parlato di una “presa di posizione nuova e forte contro chi considera le donne esseri inferiori”. Secondo la parlamentare, l’approvazione della legge rappresenta un punto di svolta: “Finalmente viene riconosciuta la gravità di un comportamento che fino a oggi non aveva un’adeguata qualificazione giuridica”.

Ma l’entusiasmo non cancella la prudenza. Tutti gli intervenuti hanno ribadito la necessità che le nuove norme siano applicate correttamente, con una formazione specifica per magistrati, forze dell’ordine e operatori del settore. Senza un’attuazione rigorosa, il rischio è che la norma resti una dichiarazione d’intenti.

Gli ordini del giorno del Pd: braccialetti elettronici e fondi per la prevenzione

Durante la discussione, l’Aula ha approvato anche tre ordini del giorno presentati dai senatori del Partito Democratico. Tra questi, uno impegna il Governo a risolvere le criticità tecniche che attualmente impediscono il pieno utilizzo dei braccialetti elettronici. Questi dispositivi sono considerati strumenti fondamentali per la protezione delle vittime, ma la loro disponibilità risulta ancora insufficiente in molte zone del Paese.

Un altro ordine del giorno riguarda l’aspetto economico: si chiede un incremento dei fondi destinati al Piano strategico nazionale contro la violenza sulle donne, con particolare attenzione alle attività di prevenzione primaria, tra cui formazione, informazione pubblica e sensibilizzazione culturale. Obiettivo: agire non solo quando la violenza è già esplosa, ma prevenirla attraverso un lavoro capillare sul territorio e nei media.

Verso l’approvazione definitiva alla Camera

Il disegno di legge passa ora all’esame della Camera dei Deputati, dove si attende un analogo sostegno trasversale. Tutti i gruppi politici sembrano orientati verso una rapida approvazione definitiva, che consentirebbe di trasformare la proposta in legge entro poche settimane.

Con questa norma, il Parlamento italiano compie un passo decisivo nella lotta alla violenza di genere, fornendo agli inquirenti uno strumento giuridico nuovo e adeguato. Ma come hanno sottolineato molti parlamentari, la battaglia contro il femminicidio non si vince solo nei tribunali: richiede un cambiamento profondo della cultura sociale, dei linguaggi, dei modelli educativi e delle relazioni tra i generi.

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