
Nuovo capitolo nel lungo e controverso caso di Garlasco, che dal 2007 tiene banco nella cronaca giudiziaria italiana. L’attenzione della procura si sposta ora su un dettaglio apparentemente secondario ma potenzialmente cruciale: la spazzatura della villetta di casa Poggi, dove il 13 agosto di diciassette anni fa fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Un nuovo incidente probatorio è stato disposto per cercare eventuali impronte latenti sugli oggetti repertati, tra cui confezioni di Fruttolo e di the alla pesca, già analizzati in precedenza dal punto di vista biologico.
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L’incarico al dattiloscopista Marchigiani
L’udienza ha il compito di conferire l’incarico ufficiale a Domenico Marchigiani, dattiloscopista della Polizia di Stato, per effettuare l’esaltazione delle impronte digitali sulla spazzatura raccolta all’interno del sacco azzurro della villetta. In particolare, l’obiettivo sarà quello di individuare tracce digitali invisibili a occhio nudo, che potrebbero essere state lasciate da soggetti diversi da Chiara Poggi e Alberto Stasi, le cui tracce di Dna erano già state individuate in sede di accertamenti precedenti.
La decisione della giudice di ammettere questa nuova analisi è motivata dalla necessità di effettuare un accertamento irripetibile, da completare prima che le ulteriori analisi genetiche in corso possano alterare o compromettere la possibilità di rilevare nuove impronte.

Nessun confronto per ora, solo ricerca di impronte
Tuttavia, come spiegato dall’avvocata Angela Taccia, legale del nuovo indagato Andrea Sempio insieme all’avvocato Massimo Lovati, il provvedimento giudiziario si limita alla sola esaltazione delle impronte latenti, escludendo per il momento l’eventuale confronto con banche dati o impronte note. Il motivo è di natura tecnica: il confronto dattiloscopico, a differenza della rilevazione, è considerato un accertamento ripetibile e potrà dunque essere eventualmente effettuato in un momento successivo, qualora emergano impronte utili.
L’iniziativa appare come una mossa di verifica a largo spettro, finalizzata a chiarire se qualcuno, oltre a Chiara e Alberto, abbia potuto maneggiare i rifiuti domestici trovati nella villetta. Una circostanza che, se accertata, potrebbe fornire nuovi spunti investigativi in un’inchiesta più volte riaperta e mai del tutto chiusa, tra perizie, controperizie e accertamenti tecnici.
Nessun dubbio sull’impronta 33: esito negativo al test del sangue
Nel frattempo, arriva una conferma destinata a ridimensionare un altro aspetto dell’indagine: l’impronta numero 33, rilevata sulla parete delle scale della villetta e attribuita ad Andrea Sempio, non contiene tracce di sangue. Il risultato arriva dall’Obti test, uno degli strumenti più affidabili per la rilevazione di sangue umano, che ha restituito esito negativo.
A rafforzare la conclusione, vi è anche una questione di assenza materiale del reperto. Come documentato nell’ambito dell’attuale incidente probatorio, la fialetta contenente il materiale prelevato dall’impronta 33 non è stata ritrovata tra i reperti provenienti dal Ris di Parma in data 17 giugno 2025. In mancanza del campione fisico, non è possibile eseguire ulteriori accertamenti biologici, limitando l’esame all’unico elemento rimasto disponibile: il reperto fotografico.

La difesa di Sempio e l’ipotesi di nuove piste
Con il test del sangue negativo e l’assenza del reperto originale, la posizione di Andrea Sempio, entrato nell’inchiesta in tempi recenti, potrebbe ricevere un’ulteriore sponda difensiva. La sua impronta era stata individuata nell’ambito di una riapertura del caso, ma l’impossibilità di dimostrarne il contatto con sangue umano riduce il potenziale valore probatorio.
Nel frattempo, l’attenzione si concentra tutta sul nuovo accertamento in programma: la spazzatura della villetta, passaggio apparentemente marginale che potrebbe contenere informazioni decisive. Se emergessero impronte latenti di soggetti terzi, l’indagine potrebbe riaprirsi a scenari finora mai percorsi.
L’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, tra i più controversi della cronaca nera italiana recente, continua così a tenere banco nei tribunali e nei media, sospesa tra vecchie piste, nuove tecnologie e la costante ricerca della verità.