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Garlasco, la famiglia Poggi in guerra: “Fate un favore a Stasi”. Viene giù tutto

Pubblicato: 23/07/2025 19:34

La nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, che ha avuto luogo nel 2007 a Garlasco, ha preso una piega inaspettata con l’analisi della cosiddetta “Traccia 33”, un’impronta trovata sul muro della villetta dove si è consumato il delitto. La Procura di Pavia ha deciso di concentrarsi su questo particolare elemento, con il gip Daniela Garlaschelli che ha conferito al perito Domenico Marchigiani l’incarico di cercare ed esaminare le impronte sui reperti trovati in casa Poggi, tra cui la spazzatura e le strisce di acetato che erano state raccolte subito dopo il crimine.

Il nodo della “Traccia 33” e l’opposizione della difesa

Un aspetto fondamentale in questa nuova fase dell’inchiesta è la “Traccia 33”, che era stata attribuita ad Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima, ed ora figura come uno degli indagati. La richiesta di includere questa traccia nell’incidente probatorio, richiesta dalla difesa della famiglia Poggi, è stata però respinta. Il legale della famiglia, Gian Luigi Tizzoni, ha mostrato la sua frustrazione per il fatto che, mentre la Procura avrebbe condotto indagini a favore degli indagati, non venivano prese in considerazione le richieste delle parti offese. Secondo l’avvocato Tizzoni, “la Procura ha esteso le indagini nell’interesse del condannato ma non ha accolto le richieste della persona offesa.”

L’avvocato di Alberto Stasi, Giada Bocellari, ha risposto alle critiche dicendo che la Procura sta agendo correttamente, “nel pieno interesse della giustizia” e ha spiegato che la questione dell’impronta 33 non è stata inclusa nell’incidente probatorio per un motivo preciso: le paradesive, già oggetto dell’esame genetico, non sono la stessa cosa dell’impronta trovata sul muro. Bocellari ha chiarito che la difesa di Sempio ha fermamente opposto l’inclusione di tale traccia, confermando che l’impronta 33 non ha sufficienti dettagli per essere attribuita con certezza a Sempio.

Le nuove analisi sui reperti e le difficoltà nelle indagini

Un altro aspetto cruciale riguarda la spazzatura raccolta nella casa di Chiara Poggi. Sebbene, a seguito dei primi accertamenti, siano emerse impronte di Alberto Stasi, che all’epoca era il fidanzato della vittima e che è stato successivamente condannato a 16 anni, la difesa di Andrea Sempio ha continuato a insistere sul fatto che “non ci sono prove a carico del mio assistito”. L’avvocato di Sempio, Angela Taccia, ha dichiarato che “se manca il presupposto del corretto sequestro, non ci dovevano essere nemmeno gli accertamenti genetici”. La Procura di Pavia, tuttavia, ha deciso di continuare con gli accertamenti genetici per chiarire definitivamente la situazione. Il perito Denise Albani, responsabile degli esami genetici, è attesa per riprendere l’analisi dei reperti a inizio agosto.

Un altro elemento controverso riguarda la traccia genetica maschile trovata su una garza utilizzata per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara. Questo DNA è stato denominato “ignoto 3”, e la Procura sta eseguendo delle comparazioni per capire se appartiene a una persona coinvolta nelle operazioni di perizia o se si tratta di una contaminazione. I pm stanno cercando di escludere la contaminazione tra coloro che sono stati coinvolti nelle operazioni di indagine recentemente. Questo aspetto è fondamentale per determinare la reale natura di questa traccia genetica.

Le prossime fasi e l’incertezza che persiste

Nel frattempo, l’incidente probatorio si concentra sulle impronte dattiloscopiche e genetiche presenti sui reperti, che sono stati raccolti subito dopo l’omicidio. “L’incidente probatorio riguarda in particolare due profili genetici trovati sulle unghie della vittima, uno dei quali sarebbe di Sempio”, hanno confermato i pm. La questione delle impronte e delle tracce genetiche diventerà uno degli elementi più rilevanti per determinare se Andrea Sempio sia coinvolto nell’omicidio di Chiara Poggi, un caso che, a distanza di anni, continua a suscitare polemiche e incertezze.

L’inchiesta sta ora cercando di mettere ordine in un complesso puzzle investigativo che include prove dattiloscopiche, genetiche e testimonianze contrastanti. Sebbene il caso sembri vicinissimo alla sua risoluzione, le indagini continuano a sollevare domande senza risposta, alimentando dubbi e aspettative da parte della famiglia Poggi, degli avvocati coinvolti e dell’opinione pubblica.

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Ultimo Aggiornamento: 23/07/2025 20:41

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