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“Morto in guerra un ragazzo italiano”. Il drammatico annuncio: aveva soltanto 21 anni

Pubblicato: 23/07/2025 08:37

La guerra in Ucraina continua a mietere vittime, anche tra chi decide di arruolarsi volontariamente per difendere il proprio Paese. Il conflitto, che da oltre tre anni oppone le forze ucraine all’invasione russa, ha visto il coinvolgimento di migliaia di civili, spesso giovanissimi, che hanno scelto di combattere nei battaglioni della resistenza o nei reparti regolari dell’esercito di Kyiv. A farne le spese sono anche i campi di addestramento, bersagli sempre più frequenti dei bombardamenti a lunga gittata russi.

Secondo fonti locali e internazionali, negli ultimi giorni missili russi hanno colpito una struttura militare nell’ovest dell’Ucraina, non lontano dalla Polonia. L’attacco ha provocato diverse vittime tra i combattenti, tra cui alcuni volontari stranieri. È in questo contesto che si inserisce la tragica notizia che ha scosso una piccola comunità del nord Italia.

A perdere la vita nel raid è stato Artiom Naliato, 21 anni, residente a Tribano, in provincia di Padova. Il giovane era partito come volontario per unirsi alle forze ucraine, deciso a difendere la sua terra natale. Nato in Ucraina, era stato adottato da bambino da una famiglia italiana che lo aveva cresciuto con affetto. Una doppia identità che lo ha spinto, all’indomani dell’invasione, a prendere una decisione radicale: tornare là dove era nato, per combattere.

Secondo quanto riportano i giornali locali, Artiom era rientrato alcune settimane fa a Tribano per un breve periodo. Un passaggio a casa, forse per salutare chi lo aveva cresciuto, prima di tornare in prima linea. Il bombardamento che lo ha ucciso risale a lunedì scorso, anche se la notizia della sua morte è arrivata solo nelle ultime ore, scatenando un’ondata di commozione e dolore.

«Ci stringiamo con affetto e dolore attorno alla famiglia che lo ha accolto e cresciuto con amore – ha scritto su Facebook il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana –. Oggi Tribano perde un suo figlio. Il vuoto che lascia è profondo, ma lo ricorderemo per il coraggio delle sue scelte». Una comunità piccola, quella del padovano, che ora si ritrova a piangere un giovane la cui vita è stata spezzata in un conflitto lontano, ma vissuto come proprio.

La figura di Artiom viene ricordata come quella di un ragazzo mite e generoso, legato alla famiglia e ai valori che l’avevano accompagnato nella crescita. Chi lo conosceva parla di lui come di un giovane riflessivo, ma determinato. La sua scelta di partire per l’Ucraina non fu impulsiva: maturata nel tempo, portava con sé il peso della storia personale e dell’attualità politica.

Il suo caso riporta l’attenzione sul fenomeno, finora poco raccontato, dei italo-ucraini che tornano a combattere, giovani cresciuti in Italia ma spinti a rientrare per aiutare i parenti e difendere la patria d’origine. Una realtà complessa, fatta di identità intrecciate e scelte difficili, che spesso sfuggono alla cronaca quotidiana.

Al momento, non sono stati forniti dettagli sulle modalità del rimpatrio della salma o su eventuali cerimonie funebri in Italia. Il Ministero degli Esteri, attraverso la Farnesina, si è attivato per fornire assistenza alla famiglia e coordinare le operazioni in collaborazione con le autorità ucraine.

La comunità di Tribano si prepara ora a rendere omaggio ad Artiom con una serie di iniziative pubbliche. Sarà il modo per ricordare, insieme, un ragazzo che ha scelto di affrontare la guerra per un ideale, lasciando dietro di sé una traccia indelebile di coraggio e dolore.

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