
Nel caso del delitto di Garlasco, la questione si complica ulteriormente con il dietrofront inaspettato sulla posizione di Andrea Sempio. Nonostante i primi passi significativi, la ricerca della verità è ancora lontana dall’essere risolta, e il coinvolgimento di Sempio nel caso continua a essere oggetto di accese discussioni.
L’incidente probatorio
L’incidente probatorio, richiesto dalla Procura di Pavia e avallato dal giudice per le indagini preliminari, ha portato alla nomina di un perito, Domenico Marchigiani, incaricato di analizzare dal punto di vista dattiloscopico la spazzatura trovata nell’abitazione di Chiara Poggi, la giovane donna assassinata nel 2007. Marchigiani dovrà comparare le impronte presenti sui reperti – tra cui confezioni di tè, cereali e yogurt – con quelle di decine di persone, comprese quelle provenienti dalla villetta di Garlasco. L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha dichiarato: “Questo è un dato ripetibile, nel senso che quei dati ci sono e ci saranno sempre”, riferendosi alla possibile analisi delle impronte.

La difesa di Andrea Sempio, tuttavia, ha sollevato delle obiezioni. “Se manca il presupposto del corretto sequestro, non ci dovevano essere nemmeno gli accertamenti genetici”, ha affermato l’avvocata di Sempio, Angela Taccia, che ha criticato l’inclusione della spazzatura nell’incidente probatorio. La richiesta di ulteriori indagini genetiche ha suscitato polemiche, dato che è già stato escluso qualsiasi legame tra il Dna di Sempio e quello di Chiara Poggi, come confermato dalle analisi precedenti.
L’impronta 33 e la posizione della difesa
Un altro nodo cruciale riguarda l’impronta 33 trovata sul muro di casa Poggi. La difesa di Sempio si è opposta alla sua ammissione nell’incidente probatorio, sostenendo che non ci sono le “minuzie” necessarie per attribuirla al suo assistito. “Non è di Andrea Sempio, e non contiene sangue”, ha dichiarato l’avvocata Taccia, aggiungendo che Sempio è “sereno e innocente”. La traccia, tuttavia, continua a sollevare interrogativi, poiché non è stata inclusa nel procedimento, nonostante le richieste della difesa della famiglia Poggi.
Le prospettive future
Nonostante il rifiuto dell’ammissione di tale impronta, l’incidente probatorio va avanti, con l’analisi delle impronte sulle confezioni di prodotti trovati a casa Poggi e i successivi confronti tra queste e i profili genetici di Sempio e altri soggetti. Gli esperti stanno lavorando per determinare se il profilo genetico maschile trovato sulla garza usata durante l’autopsia di Chiara Poggi possa essere compatibile con un’eventuale contaminazione.
Le incertezze restano, e i magistrati continuano a lavorare per fare chiarezza. La nuova inchiesta, infatti, ruota intorno alla comparazione delle impronte e all’individuazione di un profilo genetico potenzialmente cruciale, per determinare il vero coinvolgimento di Andrea Sempio nell’omicidio di Chiara Poggi. Per ora, l’incidente probatorio si estenderà anche a nuove analisi, con l’obiettivo di portare un po’ di luce su una delle vicende più oscure e complesse della cronaca italiana.
L’attesa per i risultati dell’analisi dattiloscopica potrebbe rappresentare una delle tappe più decisive per il futuro di questa inchiesta. “Abbiamo bisogno della verità, non di speculazioni”, afferma l’avvocato della famiglia Poggi, mentre la difesa di Sempio continua a respingere le accuse, affermando che non ci sono elementi sufficienti per incriminare il suo assistito.