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“Hanno rapito mia figlia”. Ma la verità è terribile: l’orrore del padre Luciano sulla piccola

Pubblicato: 23/07/2025 10:53

Melina Frattolin, la bambina canadese di nove anni, è diventata in poche ore il volto di una tragedia che ha lasciato senza parole sia la comunità canadese che quella americana. Per giorni le ricerche attorno al Lago George, nello Stato di New York, hanno tenuto tutti col fiato sospeso: elicotteri, unità cinofile, decine di agenti a setacciare ogni angolo. Il padre aveva denunciato la scomparsa, raccontando di un furgone bianco e di due sconosciuti, facendo pensare a un rapimento improvviso. Ma dietro questa storia si celava una verità ben più sconcertante.

Il 20 luglio la drammatica svolta: il corpo senza vita di Melina viene trovato in uno stagno poco profondo, a pochi chilometri da dove il padre aveva lanciato l’allarme. La verità emerge con forza dalle prime analisi: la bambina non era stata rapita, ma è morta per “asfissia da annegamento”. Un dettaglio che cambia tutto e che dà un nuovo senso di urgenza al caso.

Il dolore di una scoperta: la verità dietro la tragedia

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Dietro quella che sembrava la storia di una sparizione, si nasconde invece un dramma familiare. Secondo le autorità, il padre di Melina, Luciano Frattolin, imprenditore canadese di origini italiane, sarebbe il responsabile della sua morte. In vacanza con la figlia tra New York e Connecticut, Luciano avrebbe dovuto riportare la bambina a Montreal, dove la madre deteneva la custodia esclusiva dopo la separazione del 2019. Ma qualcosa, durante il viaggio di ritorno, si spezza: secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe deciso di non restituire Melina e, in un gesto estremo, l’avrebbe uccisa il 19 luglio, nascondendo il corpo poco dopo.

L’arresto di Frattolin arriva il 21 luglio: le accuse sono pesanti, omicidio e occultamento di cadavere. La polizia chiarisce subito che le sue versioni dei fatti erano “contraddittorie sin dall’inizio”, alimentando i sospetti fin dal primo momento. La madre, incredula e distrutta, ha confessato di non aver mai temuto per la sicurezza di Melina durante quella vacanza: “Non poteva immaginare che si sarebbe trasformata in un incubo irreparabile”.

Una famiglia distrutta e una comunità in cerca di risposte

Il caso Melina ha scosso profondamente sia il Canada che le contee americane coinvolte. Il capitano Robert McConnell, durante una conferenza stampa, ha parlato senza mezzi termini: “Una tragedia familiare che ha avuto il più tragico degli epiloghi”. Ora l’opinione pubblica si interroga, e il processo a carico di Luciano Frattolin si annuncia lungo e doloroso.

Resta una certezza che fa male: una bambina di nove anni ha perso la vita in circostanze inaccettabili. Nessun genitore dovrebbe mai infliggere al proprio figlio un destino così crudele. La storia di Melina resta impressa, come un monito, nel cuore di tutti.

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