Vai al contenuto

“Chi lo ha ucciso e perché”. Ritrovato morto dopo 9 anni, è svolta nelle indagini: arrestato

Pubblicato: 23/07/2025 11:28

Scomparso e poi ritrovato morto dopo quasi un decennio: la storia di Momcilo “Momo” Bakal sembra la trama di una serie tv, ma è tutto vero. Dal luglio 2016, il piccolo imprenditore bosniaco di Leinì, nel Torinese, era svanito nel nulla. Nessuna notizia, nessun indizio, neppure la sua auto. Per anni, il suo nome era rimasto tra i casi irrisolti, avvolto da un alone di mistero che ha sconvolto famiglia e amici.

Ma nell’estate del 2024, tutto cambia: il ritrovamento del cadavere in un terreno isolato a Villaretto, alle porte di Torino, ha riscritto la storia. Un colpo di scena degno di un film: grazie alle analisi forensi e al confronto del Dna, il corpo viene identificato e la verità inizia a emergere. Bakal non era sparito per scelta, come molti avevano ipotizzato. Era la vittima di un omicidio studiato nei minimi dettagli.

Un ritrovamento che cambia tutto

Le indagini, coordinate dalla procura di Ivrea e portate avanti dai carabinieri, si sono evolute grazie a nuove tecnologie e all’incrocio con banche dati genetiche. È così che si arriva al presunto responsabile: un uomo di 62 anni, serbo, arrestato a Torino per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Un nome già noto alle forze dell’ordine, su cui la rete delle indagini si è stretta con le tecniche investigative più avanzate.

Leggi anche: Esce per una passeggiata e scompare, diverse ore di ricerche poi il tragico epilogo sul 15enne

Il piano e la svolta delle indagini

Secondo la ricostruzione ufficiale, il 62enne avrebbe avvelenato Bakal, poi nascosto il corpo e fatto sparire ogni traccia dell’auto, simulando una fuga volontaria. Un piano gelido, portato avanti per anni senza lasciare tracce. Ma il ritrovamento del cadavere ha cambiato le carte in tavola: nuove prove, nuovi dettagli, e una narrazione completamente diversa rispetto al passato.

Il movente? Secondo fonti vicine agli inquirenti, tutto ruoterebbe attorno a questioni economiche: affari, debiti o rancori nati tra i due connazionali. Un sentimento covato nel tempo, sfociato in una tragedia. Ora, con l’arresto, questa vicenda che sembrava sospesa nel tempo entra finalmente nella fase giudiziaria, mentre la verità emerge, dopo anni di silenzio e attesa.

Un caso che scuote la comunità

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure