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Sinner nella bufera per Umberto Ferrara: perché lo voluto di nuovo nello staff

Pubblicato: 23/07/2025 16:34

Jannik Sinner fa parlare di sé, ancora una volta. La scelta di riportare Umberto Ferrara nel suo staff, dopo meno di un anno dalla separazione, ha scatenato una vera e propria ondata di polemiche e reazioni nel panorama del tennis. Un ritorno che sorprende e fa discutere, soprattutto alla luce della delicata vicenda Clostebol, che aveva portato all’allontanamento di Ferrara e Naldi.

Il mondo del tennis si infiamma sui social e nei salotti sportivi: la notizia del rientro di Ferrara, lo storico preparatore atletico di Sinner, divide tifosi e addetti ai lavori. Perché Sinner ha scelto di tornare sui suoi passi?

Le parole che riaccendono il dibattito

Era agosto 2024, a New York, Sinner si esprimeva così sulla rottura con Ferrara e Naldi, coinvolti nella vicenda doping: “Ferrara e Naldi sono stati una grossa parte per la mia carriera, ma a causa dell’errore, non mi sento più tranquillo a continuare con loro. Ho avuto mesi difficili, ora ho bisogno di aria pulita”. Parole che sembravano una chiusura definitiva, risultato di una fiducia spezzata.

Ma nel giro di pochi mesi tutto cambia: dopo aver lavorato con altri professionisti, Sinner richiama Ferrara per curare la sua preparazione fisica in vista dei tornei più attesi, dal Master 1000 di Cincinnati all’Open Usa.

Ferrara di nuovo al fianco di Sinner

Paolo Bertolucci, ex campione e oggi opinionista Sky, interviene: “Ci sta, quello tra Sinner e Ferrara è un legame mai sciolto. L’errore evidentemente Jannik non lo imputa a Ferrara, nella vita uno può anche sbagliare ma non è che per questo si è condannati a morte“.

Non tutti però sono d’accordo. Molti tifosi e voci del tennis hanno espresso forte disappunto, sottolineando il ruolo di Ferrara nella vicenda Clostebol e sostenendo che “chi ha avuto un ruolo nella fornitura del prodotto incriminato avrebbe dovuto essere allontanato senza possibilità di ritorno“.

Il popolo del tennis si spacca

Le critiche non si fanno attendere: “Un errore così grave non si risolve con un semplice ritorno in squadra” dicono i detrattori, chiedendo a Sinner “più trasparenza e spiegazioni“. Secondo molti, non basta il ritorno di Ferrara: serve una “resa dei conti sportiva e morale” dopo mesi così turbolenti.

Il dibattito è aperto: da un lato c’è chi riconosce la stima e il rapporto umano tra Sinner e Ferrara, dall’altro chi vede in questa scelta un motivo di divisione profonda nella comunità tennistica. L’equilibrio tra fiducia personale e responsabilità pubblica torna sotto i riflettori.

Oltre il campo, tra critiche e ragioni

In definitiva, il ritorno di Ferrara non è solo una questione di staff: è un segnale che va ben oltre il campo da tennis. Sport, etica e rapporti umani si intrecciano in una storia che continuerà a far discutere e a seguire Jannik Sinner dentro e fuori dal circuito.

Da Novak Djokovic a Nick Kyrgios, che sui social ha dichiarato “non è una parodia“, passando per commentatori e tifosi, tutti hanno un’opinione. Le polemiche non mancheranno, ma Sinner sembra deciso a seguire il proprio istinto, sordo al rumore esterno e fedele al suo mantra: lavorare, migliorare, vincere. E se per fare tutto questo deve tornare indietro, è solo perché guarda avanti.

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