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“Fr***, ti uccidiamo”. Orrore in Italia, picchiato e appeso a testa in giù: violenza folle

Pubblicato: 24/07/2025 09:17

Aggredito, insultato e umiliato all’interno di un centro commerciale a Roma, dove era tornato solo per recuperare la carta dei buoni pasto. Vittima un ragazzo siciliano di 23 anni, residente nella capitale, che è stato violentemente attaccato da tre uomini, di cui due identificati come addetti alla sicurezza del punto vendita. L’episodio, denunciato alla polizia, risale al 18 luglio ed è stato reso noto dal Corriere della Sera.

Il giovane si trovava all’interno del centro commerciale Roma Est, in attesa del suo ex responsabile. Improvvisamente, tre persone si sono avvicinate e uno di loro, descritto come un uomo di circa 40 anni, avrebbe iniziato a insultarlo e poi lo ha afferrato per il collo. “Froo di mea”, avrebbe gridato il presunto aggressore prima di minacciarlo ripetutamente: “Ti soffoco, ti soffoco”.

Il 23enne ha cercato di divincolarsi mentre altri colleghi, presenti sulla scena, tentavano di intervenire. Ma il panico è esploso del tutto quando uno dei tre ha proposto di portarlo via: “Portiamolo nello stanzino senza telecamere”. Una frase che ha allarmato ulteriormente la vittima, spingendola a resistere con tutte le forze.

Nel tentativo di evitare di essere trascinato, il ragazzo si è aggrappato a un tavolo, ma è stato preso per i piedi e tenuto a testa in giù, come raccontato nella denuncia depositata presso le autorità. Un gesto che ha reso l’aggressione non solo violenta, ma anche profondamente umiliante e simbolica.

Durante quei momenti concitati, il giovane ha cercato di utilizzare il telefono per filmare la scena, ma lo schermo bloccato ha attivato invece la chiamata di emergenza al 112. Poco dopo, sul posto sono arrivate una volante della polizia e un’ambulanza. I tre uomini sono stati identificati e la vittima è stata medicata: la prognosi è di cinque giorni.

L’aggressione, secondo le prime ricostruzioni, non avrebbe motivazioni chiare, ma l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un atto a sfondo omofobo, vista la natura degli insulti ricevuti. Un’aggressione che richiama altri episodi simili già segnalati in ambienti di lavoro o contesti pubblici.

La legale del 23enne ha sottolineato un aspetto grave della vicenda: “Resta il rammarico del fatto che gli insulti omofobi che hanno accompagnato l’aggressione non potranno essere puniti con un’aggravante specifica, perché in Italia non esiste una norma ad hoc“. Un vuoto normativo che lascia spesso impunite le motivazioni discriminatorie.

Il ragazzo, profondamente scosso, ha ricevuto il sostegno di amici, colleghi e associazioni per i diritti LGBTQIA+. L’episodio è destinato a riaccendere il dibattito sulla necessità di una legge contro l’omotransfobia, che possa garantire tutele adeguate a chi subisce violenze per il proprio orientamento sessuale.

Al momento, le indagini sono in corso per chiarire tutte le responsabilità. Le forze dell’ordine stanno acquisendo testimonianze e registrazioni video dalle telecamere presenti nel centro commerciale. Il 23enne ha sporto denuncia formale, mentre si attende l’esito delle verifiche su eventuali misure disciplinari nei confronti del personale coinvolto.

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