
Potrebbe sembrare la scena di un film, ambientata tra yacht di lusso e acque cristalline, ma dietro al luccichio del mare sardo si starebbe preparando uno degli incontri diplomatici più delicati dell’anno. Un incontro che, se confermato, potrebbe segnare un punto di svolta nella trattativa tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Il tutto a bordo di un mega yacht, ormeggiato davanti alla prestigiosa Costa Smeralda, nel cuore della Gallura.
Le indiscrezioni sono poche, e la riservatezza è massima. Tuttavia, alcune fonti parlano con insistenza dell’arrivo in Sardegna di Steve Witkoff, inviato della Casa Bianca, atteso nella mattinata all’aeroporto di Olbia Costa Smeralda. Secondo quanto trapelato, sarà poi trasferito a bordo di una grossa imbarcazione, ancorata al largo delle coste galluresi, dove ad attenderlo ci sarebbero il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani.
Un luogo scelto non a caso
La Gallura non è stata scelta per caso. La zona è infatti da tempo strategica per gli interessi del Qatar in Italia. Il fondo sovrano qatariota, attraverso il suo braccio operativo Qatar Holding, possiede la maggioranza delle strutture alberghiere di lusso della Costa Smeralda, comprese quelle di Porto Cervo. La presenza qatarina è visibile anche nel settore sanitario, con l’ospedale privato Mater Olbia, nato dalla collaborazione tra Qatar Foundation Endowment e Fondazione Policlinico Universitario Gemelli.
In questo contesto, la scelta della Sardegna potrebbe offrire un ambiente discreto, sicuro e logisticamente controllabile, adatto per discutere un dossier estremamente sensibile come quello della crisi in Medio Oriente.
Il ruolo dell’inviato Usa e il peso delle trattative
Steve Witkoff, imprenditore immobiliare e stretto collaboratore dell’amministrazione americana, è stato indicato come uno dei mediatori scelti da Washington per dialogare con le parti in conflitto. Il suo arrivo in Gallura, previsto per questa mattina, potrebbe aprire un fine settimana di intensi colloqui, anche se non si esclude che i primi contatti siano già avvenuti in forma riservata.
L’obiettivo principale sarebbe quello di trovare una base comune per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di aprire una via diplomatica per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas. Un’intesa che resta estremamente fragile, ma che potrebbe trovare nuova linfa proprio in un luogo lontano dalle pressioni delle capitali.

Massima riservatezza, ma segnali concreti
Al momento non ci sono conferme ufficiali sull’incontro, ma la presenza di Witkoff in Sardegna sarebbe data per certa da fonti ben informate. Si parla di una permanenza fino a domenica, anche se l’agenda resta fluida. La diplomazia internazionale, quando si muove su questi livelli, predilige l’ombra. E la Costa Smeralda, con i suoi resort isolati e l’accesso riservato, è perfetta per mantenere il riserbo.
Intanto, le autorità locali osservano con discrezione, senza rilasciare dichiarazioni. Anche se, in città, i movimenti delle ultime ore non sono passati inosservati: atterraggi privati, misure di sicurezza rafforzate e un insolito via vai nei pressi dei moli più riservati.
Un accordo difficile ma possibile
La trattativa tra Israele, Hamas e Qatar, con la mediazione americana, è giunta a un punto critico. I bombardamenti su Gaza e la drammatica situazione umanitaria hanno acceso l’allarme in tutto il mondo. Le pressioni internazionali su Tel Aviv si sono intensificate, ma il governo israeliano continua a ritenere che la responsabilità dei civili uccisi sia da attribuire a Hamas, accusato di utilizzare la popolazione come scudo umano.
In questo clima, ogni apertura al dialogo diventa preziosa. Ed è proprio per questo che un eventuale summit in Gallura, per quanto simbolico, assumerebbe un enorme peso politico e diplomatico. L’Italia, in questo caso, si limiterebbe a offrire lo scenario, senza assumere un ruolo attivo, ma dimostrando ancora una volta quanto strategico possa essere il Mediterraneo come spazio di mediazione e incontro.
Dietro l’eleganza ovattata della Costa Smeralda, si potrebbe dunque celare uno dei momenti chiave nella ricerca di una tregua a Gaza. Tra riservatezza e diplomazia, occhi puntati sulla Gallura. Perché, a volte, la pace si costruisce lontano dai riflettori.
Intanto Hamas ha presentato la sua risposta ufficiale alla proposta israeliana per un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza, nel contesto dei negoziati mediati dal Qatar. A confermarlo è stato lo stesso movimento palestinese attraverso un comunicato pubblicato su Telegram, in cui si precisa che la risposta include anche le posizioni delle altre fazioni palestinesi. Si tratta di un passaggio cruciale in una trattativa che da settimane procede senza una vera svolta.
Secondo fonti vicine ai colloqui, la risposta di Hamas contiene emendamenti su alcuni punti chiave, tra cui il libero ingresso degli aiuti umanitari, la definizione delle aree da cui l’esercito israeliano dovrebbe ritirarsi e la richiesta di garanzie per una cessazione permanente delle ostilità. Questi elementi riflettono la volontà del movimento di legare la tregua a impegni politici di lungo periodo.
I negoziati si concentrano anche sul possibile scambio di ostaggi, con una proposta di rilascio di dieci cittadini israeliani detenuti da Hamas in cambio della liberazione di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. Tuttavia, i colloqui si sono protratti per oltre due settimane senza esiti concreti, mentre le due parti continuano ad accusarsi reciprocamente di rigidità e mancanza di volontà politica.

Per Israele, una condizione imprescindibile resta lo smantellamento delle capacità militari e governative di Hamas. Dall’altra parte, il movimento islamista ribadisce l’urgenza di ottenere una tregua duratura, il ritiro totale delle truppe israeliane da Gaza e il pieno accesso agli aiuti umanitari per la popolazione civile, sempre più provata dal conflitto.
Intanto, si è appreso che l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, parteciperà a un incontro decisivo previsto per oggi in Sardegna. Al tavolo anche il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, secondo quanto riportato dal giornalista di Axios, Barak Ravid, su X. La Casa Bianca ha confermato che Witkoff si trova in viaggio “in Europa”, senza specificare ulteriori dettagli.
La sede dell’incontro era inizialmente stata indicata come Roma, ma l’attenzione si è ora spostata sulla Sardegna. L’obiettivo del vertice è accelerare un accordo tra Israele e Hamas che possa portare a una tregua umanitaria e, possibilmente, a una nuova fase negoziale per un cessate il fuoco più ampio.

Nel frattempo, il presidente israeliano Isaac Herzog ha visitato oggi la Striscia di Gaza e ha ribadito l’impegno di Israele nel rispetto del diritto internazionale umanitario. In un post pubblicato su X, Herzog ha dichiarato: “Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare i civili in difficoltà, in conformità con i nostri valori israeliani ed ebraici”.
Durante la visita, Herzog ha incontrato comandanti e soldati dell’IDF in prima linea, ricevendo un aggiornamento sulla situazione sul campo e sulla distribuzione degli aiuti umanitari. Ha sottolineato che il principale ostacolo alla consegna degli aiuti è rappresentato da Hamas, accusando il gruppo di ostacolare deliberatamente l’accesso agli aiuti per motivi strategici.
L’intera situazione rimane estremamente fragile. Le trattative di Doha non hanno ancora portato risultati concreti, ma l’intensificarsi degli sforzi diplomatici, unito all’interesse attivo di attori come Stati Uniti, Qatar e Israele, indica che potrebbe aprirsi una finestra per un accordo. Molto dipenderà dalla capacità delle parti di cedere su almeno alcune delle loro posizioni chiave.