
Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato della Palestina, e che lo farà “nel momento in cui sarà giusto”, con un atto destinato a incidere profondamente sull’equilibrio internazionale. La decisione dovrebbe essere formalizzata entro la prossima Assemblea generale dell’ONU.
Motivazioni politiche e morali

L’annuncio odierno è il culmine di una serie di dichiarazioni pubbliche rilasciate nelle ultime settimane da Macron, in cui il presidente aveva progressivamente preparato il terreno. Già lo scorso aprile aveva affermato che “riconoscere la Palestina non è un tabù per la Francia”, spiegando che si trattava di “una questione di giustizia, coerenza e pace”. In altri interventi aveva definito la scelta come “necessaria per restituire speranza e dignità a un popolo che vive da troppo tempo senza Stato”.
Macron aveva chiarito di non voler “compiacere nessuno”, ma di voler agire per “favorire un processo di riconoscimento reciproco”, ribadendo che “la soluzione dei due Stati resta l’unica via credibile per la pace”.
Tempistica e dinamica internazionale

Anche sulla tempistica, il presidente aveva già dato segnali precisi nei suoi interventi pubblici, spiegando che la Francia avrebbe agito nei prossimi mesi, in coordinamento con altri paesi europei e arabi. Aveva inoltre annunciato, insieme all’Arabia Saudita, una conferenza internazionale da tenersi a New York sul futuro della Palestina, rinviata poi per motivi di sicurezza.
“Serve un’azione collettiva”, aveva detto, “ma se questa non arriverà, la Francia agirà comunque”.
Determinazione e contesto
Nei suoi discorsi più recenti, Macron aveva espresso in modo netto la sua posizione: “Non possiamo più tollerare la logica del doppio standard, soprattutto di fronte alla crisi umanitaria in corso”. Aveva aggiunto che il riconoscimento “non può più essere rimandato” e che “la comunità internazionale ha una responsabilità: se vogliamo la pace, dobbiamo iniziare a costruirla con atti concreti”.